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Cronaca Brandizzo

'Ndrangheta e infiltrazioni negli appalti nel Torinese: sgominata una cellula a Brandizzo, nove arrestati

Tre (tra cui i due ritenuti i capi) sono finiti in carcere, altri sei ai domiciliari. Ci sono anche sette indagati a piede libero verso cui sono stati eseguiti sequestri di denaro

Nella mattinata di oggi, mercoledì 4 aprile 2024, i carabinieri del reparto operativo speciale (Ros) di Torino, della compagnia di Venaria Reale e della stazione di Leini hanno arrestato nove persone destinatarie di provvedimenti restrittivi (in carcere o ai domiciliari) del tribunale del capoluogo piemontese per i reati (a vario titolo) di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, riciclaggio, estorsione, ricettazione e detenzione illegale di armi.

Le indagini, condotte tra il 2014 ed il 2021, si sono concentrate su un’articolazione territoriale della ‘ndrangheta che aveva il suo cuore a Brandizzo e, secondo gli investigatori coordinati dalla direzione distrettuale antimafia di Torino, sarebbe stata l'emanazione delle 'ndrine Nirta e Pelle originarie di San Luca (Reggio Calabria). 

Tra le accuse agli indagati ci sono anche quelle di avere ricorso all’intimidazione nei rapporti con i concorrenti e di avere offerto protezione a vittime di estorsione, infiltrandosi nell’economia legale del territorio attraverso aziende di edilizia e trasporti che hanno
ricevuto, almeno a partire dall’anno 2014, commesse da appaltatori operanti nel settore autostradale e nella realizzazione delle grandi opere per svolgere lavori di manutenzione del manto autostradale e movimento terra in tutta la provincia.

Due uomini, ritenuti i capi della cosca e direttamente coinvolti nei lavori, sono stati raggiunti dalla misura cautelare della detenzione in carcere con un terzo elemento. Un quarto personaggio, figura di vertice di una società controllata da una concessionaria del servizio autostradale, accusato di avere garantito alle imprese riconducibili all’associazione risorse economiche e appalti, è stato posto agli arresti domiciliari.

Ulteriori cinque misure cautelari, tutte ai domiciliari, sono state emesse per reati di estorsione, ricettazione e detenzione illegale di armi. Il giudice ha inoltre disposto, nei confronti di altri sette indagati, il sequestro preventivo di somme di denaro oggetto di riciclaggio, provento di un traffico illecito di rifiuti.

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