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Cronaca Carmagnola

Operazione contro la 'ndrangheta a Carmagnola e dintorni: due arrestati e sei indagati, sequestri per 2,5 milioni di euro

Sotto la lente degli investigatori doping fiscale, si impoverivano aziende edili per finanziare la criminalità organizzata

Operazione contro la 'ndrangheta della guardia di finanza di Torino nella mattinata di oggi, venerdì 17 dicembre 2021. I militari hanno arrestato due persone e sequestrato beni per 2,5 milioni di euro nelle provincie di Torino, Asti e Reggio Calabria. Altre sei persone (una al momento irreperibile) sono indagate a piede libero. Sono ritenute responsabili, a vario titolo, di reati fiscali, fallimentari, aggravati dall’agevolazione mafiosa. Gli arrestati devono rispondere anche di concorso in associazione mafiosa .

L’indagine è stata condotta dal nucleo di polizia economico-finanziaria e ha consentito di individuare tre società operanti nel settore edilizio, ritenute nell'orbita della ‘ndrina Bonavota radicata nel territorio di Carmagnola e collegata all’omonima cosca calabrese. Si tratta di uno sviluppo dell'operazione che due anni fa portò a diversi arresti tra cui anche quello del politico torinese Roberto Rosso. Gli indagati avrebbero gestito tali imprese anche tramite l’utilizzo di prestanome, forti dell’appoggio fornito loro dalla cosca in grado di garantire importanti commesse per la realizzazione di opere nonché la protezione in caso di difficoltà, e, abbattendo fittiziamente i debiti tributari e previdenziali, avrebbero attuato una sorta di doping fiscale, risultando così avvantaggiati rispetto alla concorrenza delle aziende dei medesimi settori. Si sarebbe così delineato un modus operandi connotato da continuative e sistematiche condotte caratterizzate dal depauperamento dei patrimoni aziendali, lasciando da un lato le imprese in una situazione di completa spoliazione delle risorse, anche destinate al pagamento di stipendi e contributi dei dipendenti e, dall’altro, destinando parte dei profitti dei reati perpetrati alla criminalità organizzata.

Tra i destinatari dei sequestri patrimoniali figurano anche due professionisti, uno dei quali è tra i due arrestati. Quest'ultimo avrebbe agito, di fatto, quale referente tecnico per l’attuazione dei meccanismi di frode: avrebbe falsamente asseverato le dichiarazioni fiscali relative agli anni dal 2014 al 2017, apponendo visti di conformità al di fuori di ogni abilitazione formale e nella radicale mancanza di documentazione idonea a giustificare, sostanzialmente, i dati indicati nelle dichiarazioni. È stato possibile, in tal modo, realizzare un articolato sistema di evasione fiscale, protratto fino al 2019, mediante l’impiego di crediti Iva inesistenti utilizzati per compensare, indebitamente, gli oneri previdenziali derivanti dall’utilizzo di lavoratori dipendenti, per un valore complessivo di circa 2,5 milioni di euro.

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