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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Operazione contro la mafia nigeriana a Torino e Bologna, 29 arresti

Droga e prostituzione

Dalle prime ore dell’alba di oggi, giovedì 18 luglio 2019, sono partite due vaste operazioni della Polizia di Stato di Bologna e di Torino, con il coordinamento del Servizio centrale operativo, contro un’associazione criminale nigeriana di tipo mafioso, da anni insediata in Emilia Romagna e Piemonte.

Gli arresti già eseguiti sono 30, ma i provvedimenti restrittivi sono 40 (dieci le persone ricercate). Si tratta soltanto dei capi dell'organizzazione. Decine gli indagati in tutto il nord Italia.

Nel corso delle operazioni è stata sequestrata la cosiddetta 'Bibbia verde', un libro di circa 40 pagine scritto in lingua inglese in cui c'erano le istruzioni, il programma, i codici e le regole dato agli affiliati. È stata rintracciata in un plico inviato in aereo dalla Nigeria verso una città del Lazio.

Il verde era il colore ufficiale di quella famiglia mafiosa: nelle riunioni gli affiliati infossavano baschi o foulard di quel colore. 

I provvedimenti restrittivi, emessi dalle Procure di Bologna e Torino hanno colpito appartenenti al clan Maphite. Tra i destinatari non solo i semplici 'soldati', ma anche coloro che ricoprivano un ruolo di primissimo piano all’interno dell’organizzazione criminale; coloro che decidevano le nuove iniziazioni, che gestivano la prostituzione, che mantenevano i rapporto di forza con le altre organizzazioni criminali, che gestivano lo spaccio di droga nelle piazze cittadine e in particolare in piazza Baldissera e via Cecchi.

Più di 300 uomini e donne della Polizia di Stato sono impegnati anche ad eseguire numerose perquisizioni. Hanno partecipato anche gli agenti della polizia locale di Torino.

L'inchiesta è stata coordinata dal procuratore aggiunto Anna Maria Loreto e dal suo sostituto Enrico Arnaldi di Balme.

"C'è una caratteristica comune in questi gruppi - ha detto Paolo Borgna, procuratore vicario di Torino -. Che nascono e si sviluppano dando protezione ai loro connazionali e sviluppando una sorta di giustizia parallela, spietata e criminale. È una caratteristica di tutte le mafie: si offre protezione, si chiede un compenso, si impone la protezione e infine si punisce chi non la accetta. Reprimere questi fenomeni in modo incisivo significa organizzare una giusta e doverosa repressione penale, esercitando scelte intelligenti di politica giudiziaria".

Si tratta "di un gruppo verticistico con regole ferree, riti di iniziazione violentissimi e violente punizioni a chi si ribella. Esisteva una cassa comune il cui finanziamento principale sono i versamenti dei neo-affiliati quando entrano", ha detto Loreto. "A Torino l'associazione per delinquere di stampo mafioso è stata già riconosciuta per il sodalizio criminale nigeriano degli Eye".

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