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Cronaca Centro / Lungo Po Luigi Cadorna

Studente ferito dal lancio della bici elettrica ai Murazzi di Torino, presi cinque giovani

Lo avrebbero fatto senza alcun motivo. Sono stati inchiodati da un testimone oculare che li ha visti

Nella prima mattinata di oggi, mercoledì 8 febbraio 2023, i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Torino hanno arrestato (tecnicamente: eseguito decreti di fermo di indiziato di delitto) cinque giovani, tre maschi e due femmine, tutti italiani e tutti residenti in città, due 18enni e tre minorenni tra i 15 e i 17 anni, dei quali quattro con precedenti di polizia, ritenuti gravemente indiziati di concorso in tentato omicidio per avere gettato la bicicletta elettrica a noleggio che ha ferito gravemente uno studente palermitano di 23 anni la sera del 21 gennaio ai Murazzi del Po, mentre quest'ultimo era in coda davanti alla discoteca The Beach. Il giovane è stato svegliato dai medici dell'ospedale Cto, dove è ricoverato, dopo diversi giorni di coma e ancora non si sa quali potranno essere le conseguenze che dovrà sopportare per il resto della vita.

L’attività, coordinata dal pm Livia Locci della procura cittadina (a cui si è affiancato un magistrato della procura per i minori) e condotta da una task-force composta dai militari del nucleo investigativo e della compagnia San Carlo che, da oramai più di un anno, monitorano i giovani orbitanti nel centro cittadino per contrastare il fenomeno delle baby-gang, si è sviluppata attraverso l’analisi minuziosa delle numerose testimonianze raccolte sul posto e nei giorni successivi, nonché la visione dei sistemi di videosorveglianza cittadini e privati (oltre 120 telecamere e decine di ore di registrazioni) che hanno permesso di raccogliere gravi indizi di responsabilità a carico dei cinque. In particolare, un ragazzo che stava passando in monopattino in quel momento ha raccontato di averli visti lanciare la bicicletta.

Secondo la ricostruzione degli investigatori, i giovani, giunti al lungoPo Cadorna dai quartieri Borgo Vittoria e Barriera di Milano, dopo essersi affacciati dalla balconata, avrebbero preso la bici lanciandola di sotto senza un apparente motivo. Si sarebbero poi dileguati dal centro cittadino utilizzando un mezzo pubblico, con il quale avrebbero raggiunto il quartiere di provenienza. Nello sviluppo delle indagini molto prezioso è stato il contributo fornito da alcuni giovani testimoni che, numerosi, aderendo agli appelli alla collaborazione (tra cui anche quello del sindaco Stefano Lo Russo), si sono rivolti all’Arma per raccontare quanto avevano visto.

Il sindaco: "Grazie ai carabinieri e ai ragazzi che hanno collaborato"

Il sindaco Stefano Lo Russo ha pubblicato questo messaggio sui social: "Saranno giustamente gli accertamenti giudiziari a definire i profili di responsabilità dei fermati ma voglio davvero esprimere la mia gratitudine agli investigatori dell'Arma e al loro comandante provinciale, generale Claudio Lunardo, per il grande impegno e a tutti i ragazzi e le ragazze che in questi giorni hanno collaborato alle indagini aiutandoli con le loro testimonianze. E un pensiero di incoraggiamento lo voglio rivolgere al ragazzo che si trova ancora al Cto e alla sua famiglia, cui va tutta la nostra amicizia e vicinanza. Quello che è stato commesso è un gesto senza una spiegazione logica, inqualificabile".

Il comandante: "Occorreva una risposta immediata"

"Quello che è successo - ha detto il comandante provinciale dei carabinieri, generale Claudio Lunardo - è stato un fatto gravissimo che ha colpito tutta la città di Torino, per questo occorreva dare una risposta immediata. Una risposta che dovevamo in primo luogo al ragazzo, la vittima, e alla sua famiglia cui va tutta la nostra vicinanza e sostegno. E poi una risposta la meritava anche tutta la città, una città straordinaria e quei ragazzi che la vivono in maniera sana, divertendosi e che hanno ritenuto doveroso darci una mano". Per quanto riguarda le immagini, Lunardo ha spiegato che "non sono state semplici, utili sono state le immagini delle telecamere di sorveglianza, ma il nostro lavoro è stato agevolato dalla grande collaborazione di molte persone. Ci sono state due-tre testimoni molto importanti che sono venuti a raccontarci quello che era successo. Da lì abbiamo fatto un bel lavoro con la task-force che avevamo messo in campo".

L'avvocato: "Non era loro intenzione fare male a nessuno"

"In questo momento - dice l'avvocato Annalisa Baratto, che difende una dei cinque ragazzi, minorenne - c'è un profondo dispiacere e un grande abisso nei confronti di ciò che loro hanno fatto ed è accaduto. Hanno capito di avere colpito una persona il giorno dopo dal telegiornale. Sicuramente i ragazzi non si erano prefigurati di colpire o di fare male. Sono estremamente dispiaciuti vivono l'angoscia di aver causato dei danni così grandi a una persona. Non c'era acredine verso quel ragazzo che non conoscevano e non si prefiguravano neanche di fare un graffio a qualcuno". Tutti i giovani si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. L'udienza di convalida è stata fissata per venerdì 10 febbraio. Gli altri ragazzi sono assistiti dagli avvocati Domenico Peila, Gianni Caneva, Michele Iannello ed Emanuele Cavallo.

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