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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Settimo Torinese / Via Torino

Spara contro il bar, sull'arma il nome della ragazza morta per overdose

Sul calciolo dell'arma era incisa la parola "Gloria" la diciassettenne trovata morta a causa di un'overdose, lo scorso 17 giugno, in un magazzino abbandonato a Settimo Torinese

A bordo della sua auto in corsa, avrebbe esploso 6 colpi di pistola contro la serranda della "Caffetteria Torino", a Settimo Torinese. Lui, Mattia B., ragazzo di 21 anni abitante a Settimo Torinese, è stato arrestato dai carabinieri per detenzione di armi clandestine, coltivazione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, danneggiamento aggravato e ricettazione.

Ad allertare i militari è stato il padre, affermando che il figlio "aveva fatto una sciocchezza". Secondo le ricostruzioni dei carabinieri il ragazzo, in compagnia di un altro uomo in corso di identificazione, avrebbe esploso, la notte del 2 agosto scorso, sei colpi di pistola con una 357 Magnum contro la serranda della caffetteria in via Torino, a Settimo.

Due proiettili hanno sfondato il vetro della porta e permesso ai due uomini di entrare nel locale dove hanno danneggiato il bancone e una vetrinetta. A casa del 21enne, che vive con il padre, i militari hanno sequestrato sia armi nascoste in un rifugio segreto sia una serra di marijuana. Rinvenuta, inoltre, anche la pistola utilizzata per sparare i colpi contro la serranda della caffetteria - risultata rubata a Livorno nel luglio 2012 - sul cui calciolo era incisa la parola "Gloria", la diciassettenne trovata morta a causa di un'overdose, lo scorso 17 giugno, in un magazzino abbandonato a Settimo Torinese.

Sequestrati, in più, un fucile con matricola abrasa, oltre 60 proiettili, 450 grammi di marijuana, un box serra attrezzato per la coltivazione di cannabis e 900 euro in contanti. I militari hanno, altresì, sottoposto a sequestro il garage trasformato in serra per la coltivazione di marijuana e l'auto utilizzata per l'attentato.

L'indagato, in sede di spontanee dichiarazioni, ha sostenuto di aver commesso una bravata tuttavia, alla luce di quanto ricostruito, ancora non si eslude un altro movente alla base del gesto intimidatorio, anche se il titolare del bar ha affermato di non aver mai ricevuto alcuna minaccia. Il ragazzo arrestato, nel 2014, aveva richiesto un rilascio del porto d'armi negatogli per carenza di requisiti: è stato collocato ai domiciliari.

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