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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Salta la mostra di Manet, Appendino chiede la sfiducia per Asproni

In Sala Rossa la sindaca e l'assessora alla Cultura dicono 'no' al modello basato sulle relazioni personali

"Questa Giunta vuole fare la mostra di Manet - ha detto la sindaca Appendino in Sala Rossa - , ma devono esserci le condizioni per farla. Prima faremo un’'analisi di costi e benefici". E, dopo le polemiche dei giorni scorsi, non è mancata nemmeno da parte sua, al Consiglio Comunale, la richiesta di sfiducia nei confronti di Patrizia Asproni, presidente della Fondazione Torino Musei, colpevole, secondo la prima cittadina, di non averla interpellata nel momento in cui si è realizzato che la mostra rischiava di saltare.

" Non accetto che venga utilizzato in modo strumentale una mancanza di comunicazione nei confronti di questa Giunta per giustificare un’'incapacità organizzativa - ha attaccato - . E non accetto che si costruisca un modello dove i risultati si basano sulle relazioni personali, perché vuol dire indebolire la città. Noi vogliamo costruire, invece, un modello dove le competenze e le capacità siano patrimonio della città e non del sindaco di turno".

Già perché nelle ore precedenti la stessa Asproni ma anche Vitta Zelman, l'amministratore delegato di Skira, società editoriale organizzatrice della mostra, avevano ribadito l'impegno personale dell'ex primo cittadino per la realizzazione delle esposizioni precedenti e per il legame creato con il Musée d'Orsay. 

Cosa che in aula è apparsa tutt'altro che  "buona e giusta". Anche l'assessora alla Cultura Francesca Leon ha affrontato la questione da questo può dire i vista: " L'eventuale mancata realizzazione ha all’'origine una debolezza strutturale: non si basava su solide relazioni tra il Museé d’Orsay e la Gam, ma su un rapporto privilegiato tra il l’'ex sindaco, il direttore del Musée e un operatore privato, senza, evidentemente, un chiaro trasferimento di competenze e responsabilità sulla realizzazione dell’'evento.

Le conseguenze di questo modello di produzione culturale - ha continuato - sono sotto gli occhi di tutti. Non è in discussione né l’importanza di organizzare grandi eventi espositivi, né la collaborazione con il mondo imprenditoriale e privato. E’ in discussione un modello che vede le nostre istituzioni museali come contenitori e non produttori di cultura". 

Lo stesso ex sindaco Fassino si è detto stupito di queste dichiarazioni da parte della sindaca e dell'assessora: "... Se non altro perché queste relazioni intessute e mantenute negli anni hanno fatto bene a Torino e hanno permesso la realizzazione delle mostre di Degas, Renoir e Monet". 

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