"Mia figlia e i miei quattro nipoti sono bloccati in Ucraina", l'appello di un torinese
L'autofficina dove lavorava il genero (che resterà per combattere) è stata distrutta dalle bombe dei russi
Si chiama Maria, ha 30 anni ed è figlia del torinese Fernando Margherito (porta il cognome del marito, ucraino come lei). Dallo scoppio della guerra sta cercando di riparare a Torino con il marito e i loro quattro figli, due femmine di 11 e nove anni e due gemellini maschi di due anni. Sono invece bloccati a Demydiv, circa 30 chilometri a nord-ovest di Kiev, sulle rive del fiume Dnepr.
"Non so come posso portarli via di lì - scrive Margherito su Facebook martedì 1 marzo 2022 -, sono senza elettricità e viveri chiedo a chiunque possa aiutarmi a farli arrivare a qualsiasi frontiera dove io li andrò a prendere". L'autofficina in cui lavorava il suo genero è stata distrutta dalle bombe dei russi che, dice ancora Margherito "uccidono i civili e distruggono tutto".
La sorella minore di Maria era riuscita a tornare a Torino lo scorso 20 febbraio, prima che la situazione precipitasse. Lei e la sua famiglia, invece, sono ancora costrette a vivere in uno scantinato per evitare di morire sotto le bombe. Margherito l'aveva vista per l'ultima volta durante le vacanze di Natale. Se qualcuno riuscisse a trasportare la famiglia di Maria fino al confine con la Polonia o la Romania lui si metterebbe subito in macchina per andare a prenderli. Non il genero, che sembra deciso a voler rimanere per difendere la sua patria dall'aggressione dei russi.