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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Inchiesta sugli appalti Atc, quattro persone finiscono in manette

Arrestati un funzionario della Corte d'Appello del capoluogo piemontese, un imprenditore, un poliziotto in quiescenza e un avvocato civilista del foro di Torino coinvolti nell'indagine su vicende di corruzione nell'ambito di appalti di manutenzione delle case popolari

Un funzionario della Corte d’Appello di Torino, un imprenditore, un poliziotto in quiescenza e un avvocato civilista sono stati arrestati questa mattina nell’ambito dell’indagine della procura su vicende di corruzione nell'ambito di appalti di manutenzione delle case popolari. 

I provvedimenti cautelari, hanno spiegato il procuratore capo Armando Spataro e il procuratore aggiunto Andrea Beconi, sono stati emessi a seguito “dello sviluppo dell'indagine per i reati di falso e corruzione già intrapresa dalla procura nei confronti di alcuni imprenditori nonché di alti vertici della società Manet, azienda in house della controllante Atc”, l'agenzia per la casa di Torino.

Secondo l'accusa, un imprenditore avrebbe pagato somme di denaro a un alto funzionario della Manet e avrebbe ricompensato con favori e con soldi, erogati con regolarità, un cancelliere della Corte d'Appello di Torino, in cambio del suo "fattivo e stabile interessamento". Il cancelliere è accusato inoltre di aver favorito un poliziotto in pensione, facendo in modo che un procedimento penale a suo carico non venisse fissato in appello in tempo utile a evitare la prescrizione; il poliziotto, agli arresti domiciliari, avrebbe, da parte sua, reso una serie di favori al cancelliere, grazie alle conoscenze mantenute nell'ex amministrazione di appartenenza.

Infine, il cancelliere è accusato di aver procacciato clienti, in cambio di denaro, a un avvocato civilista del foro di Torino, che è stato raggiunto dal provvedimento interdittivo del divieto temporaneo dell'esercizio della professione legale, per la durata di un anno.

“Le notizie fanno riferimento all’inchiesta del 2014 - precisa Marcello Mazzù, presidente Atc -. Il funzionario condannato non lavora più alle dipendenze di questa Agenzia e delle sue società partecipate dove peraltro è in corso un processo di completa ristrutturazione aziendale. Mi pare però doveroso chiarire che, oggi, a oltre un anno di distanza dal via di quell’indagine, Atc è un’agenzia con un nuovo consiglio di amministrazione dove si sta lavorando per garantire non soltanto la massima efficienza del servizio, ma anche tutta la trasparenza possibile”.

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