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Cronaca Mirafiori Nord / Corso Enrico Tazzoli

I coltivatori di corso Tazzoli vittime dei rom: "Via per disperazione"

Vicino al campo nomadi abusivo non c'è più traccia degli orti e dei vecchietti che anni fa coltivavano quei terreni. A furia di minacce e atti vandalici hanno tutti alzato bandiera bianca

Pochi ancora le chiavi, giusto qualche dipendente delle vicine aziende. Se vuoi entrare e curiosare devi per forza passare da loro. Il cancello e il lucchetto sono sempre al loro posto come ai vecchi tempi, in fondo a quella stradina che un tempo portava agli orti urbani. Ma solo una volta varcata la soglia ci si accorge che qualcosa è cambiato. L’erba alta la fa da padrona perché nessuno la taglia più e di quei proprietari dei terreni, oggi, non c’è nemmeno più l’ombra.

Gli ex gestori hanno abbandonato tutto: le piante, le colture e persino qualche attrezzo del mestiere. “Sono stati costretti a cambiare aria, cacciati da quei rom che si sono insediati abusivamente dall’altro lato della strada” rivela un signore sulla cinquantina indicando il campo nomadi abusivo di corso Tazzoli. Una realtà che da queste parti tutti conoscono molto bene.

Coltivatori abbandonano orti corso Tazzoli

Gli ortaggi non ci sono più, saccheggiati come la merce in saldo. Le albicocche sono maturate e ammuffite mentre altre piante avrebbero bisogno solo di un po’ d’acqua. Ma il passato difficilmente tornerà. “Non cresce più nulla da queste parti” racconta sconsolato uno dei ragazzi che lavora in una delle aziende. La cancellata che conduceva alle baracche è stata smontata e in lontananza si può scorgere persino un vecchio tavolo. “Una volta i pensionati lo usavano per giocare a carte, ci passavano le loro giornate”.

Poi il sogno è svanito. Non per colpa della vecchiaia ma a causa delle intrusioni notturne, dei raid vandalici, delle minacce. E qualcuno ha deciso di dire basta. “Entravano a rubare la frutta e poi rompevano serrature e cancellate. E alla fine questi signori, stufi di essere minacciati, si sono stufati e hanno alzato i tacchi”. Chi cammina in quella giungla deve pure fare attenzione a dove mette i piedi.

Per terra non mancano escrementi umani, cavi di rame spolpati e oggetti di dubbia provenienza, oseremmo dire furtiva. Intorno si può “ammirare” una fabbrica smontata dai predoni del ferro, e l’odore proveniente dalla combustione della plastica. Regali che arrivano proprio da quel campo abusivo che ha provocato la dipartita dei pensionati.

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