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Cronaca Chivasso

Moria di pesci nel ruscello a Chivasso: nessuna sostanza vietata, sono stati asfissiati dalla carenza di ossigeno

Operazione per riportare i superstiti al sicuro nel fiume. Si tratta di una conseguenza del cambiamento climatico

Non ci sono inquinanti chimici ma c'è comunque una carenza di ossigeno nell'acqua del rio Orchetto a Chivasso, dove la scorsa domenica 13 novembre 2022 era stata segnalata una moria di pesci. Ad annunciarlo, in una nota, è l'Arpa Piemonte, che in questi giorni sta eseguendo campionamenti e analisi delle acque. "Le prime, riguardanti i campioni d’acqua prelevati nel parco Sabbiuné, non evidenziano la presenza di alcun inquinante chimico che possa dar luogo alla moria e all’elevata densità di pesci (tinche, pescigatto, carpe) osservata nel tratto finale del rio, che a poche decine di metri a monte della confluenza con il Po risulta in secca. L’unico parametro nell’acqua che risulta diverso dal corso fluviale del Po, oltre all’ammoniaca che è prodotta dal metabolismo dei pesci intrappolati nel ruscello, è l’ossigeno disciolto. Infatti nell’acqua del fiume la concentrazione attuale corretta è di 7,0 milligrammi per litro mentre nel rio si evidenzia una drastica riduzione fino a 0,5, concentrazione questa che è causa della moria per asfissia dei pesci e dell'anomalo comportamento che fa sì che la fauna ittica si porti in superficie nel tentativo di integrare la respirazione branchiale con l’aerazione forzata".

Secondo gli esperti dell'Arpa Piemonte, in sostanza, "l'assenza dell’ossigeno è causata dall’elevato consumo da parte dei pesci che sono intrappolati in questo canale. Il canale infatti funziona da pozza di svernamento pre-invernale, ovvero un luogo nel quale i pesci trovano rifugio grazie a una temperatura  lievemente superiore a quella del fiume. La ricerca naturale da parte della fauna ittica di pozze per lo svernamento nel fiume Po è un comportamento normale in questo periodo dell’anno; purtroppo, la minor disponibilità idrica a seguito del periodo siccitoso estivo, ha ridotto il numero e la profondità delle pozze naturali esistenti nel fiume inducendo la ricerca di habitat idonei allo svernamento che sono stati trovati in questo tratto finale del rio Orchetto, che è artificializzato e che di fatto rappresenta una trappola mortale".

A partire da oggi, mercoledì 16 novembre "verranno poste in atto da ittiologi e personale della Città Metropolitana di Torino, del Comune di Chivasso e dell’Arpa Piemonte azioni volte a tentare di riportare nel fiume i pesci e successivamente a impedire l’accesso al tratto finale del rio Orchetto con il posizionamento di una rete".

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