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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Centro / Lungo Po Armando Diaz

La minaccia delle alghe verdi sul Po, a rischio anche i campi e le risaie

La pianta, resistente anche alle nostre temperature invernali, non può essere rimossa con mezzi meccanici

L'infestazione del Po da parte della pianta millefoglie è una vera e propria "bomba ecologica". L'emergenza alghe verdi ha tenuto banco in mattinata in commissione ambiente alla presenza delle assessore competenti, Lapietra, e Giannuzzi. Esperti e  tecnici di Enea, Ipla, Ispra, Arpa, Città Metropolitana, Regione Piemonte, Università di Torino, Servizio ponti del comune di Torino e Orto botanico hanno fatto il punto sul caso

La pianta, resistente anche alle nostre temperature invernali non può essere rimossa con mezzi meccanici perché i suoi frammenti, in grado di produrre nuove piante, disseminati nell’operazione finirebbero per allargare le aree infestate. Viene così ribadita la necessità di sradicamento manuale.

"Occorreva ed occorre, agire con urgenza “perché c’è una bomba nel corso del fiume - ha spiegato la dottoressa Minciardi dell’Enea -. Se non si agisce per sradicarlo l’infestante potrebbe raggiungere campi e risaie a valle di Torino con esiti drammatici per la produzione agricola".

Il monitoraggio bisettimanale realizzato da Arpa dall’11 agosto ad oggi ha fatto registrare, secondo la dottoressa Bari, una diminuzione dell’80% circa delle piante. "Entro lunedì 19 settembre - ha annunciato il dottor Massara della divisione ambiente della Regione Piemonte -, sarà consegnato al Comune ed all’Ispra un protocollo d’azione elaborato da tutti gli enti interessati".

Le azioni previste dal protocollo, suddivise in due fasi, prevedono nel breve termine nuove campagne di sradicamento manuale con la protezione di barriere in grado di raccogliere gli eventuali frammenti prodotti e costanti monitoraggi anche attraverso il ricorso a sommozzatori.

Nel lungo termine invece, oltre ai monitoraggi, potranno essere decise nuove campagne di sradicamento manuale, abbassamento della diga Michelotti per facilitare l’individuazione e lo sradicamento delle piante nel tratto a monte del fiume ed eventuali dragaggi.

Lapietra ha ricordato che per le vie d’acqua i fondi a bilancio sono scesi da sei milioni di euro a 600mila euro, mentre il dottor Marengo del servizio ponti e vie d’acqua del Comune di Torino ha spiegato che il prossimo bando per la manutenzione del fiume partirà con una dotazione di 98mila euro.

Le assessore Lapietra e Giannuzzi hanno annunciato anche iniziative di comunicazione per prevenire da parte dei cittadini il rovesciamento di acquari domestici nei corsi d’acqua, considerato una delle possibili cause dell’infestazione che il Po sta subendo, oltre all’abbassamento del livello delle acque dovuto ai prelievi a monte. Quest’ultima circostanza imporrà un’azione di ampia concertazione per ripensare la gestione del fiume.

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