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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Situazione al limite nel carcere di Torino: in tre giorni, una evasione e tre aggressioni

I sindacati: "fatti drammatici e pericolosi"

Aggressioni ed evasioni negli ultimi giorni nel carcere di Torino. 

Giovedì scorso, 15 settembre 2022, un ispettore è stato aggredito con due pugni - uno in volto e uno al collo - da un detenuto italiano che non aveva gradito il cambio di cella.

L'ispettore è stato soccorso e portato in ambulanza all'ospedale Maria Vittoria dove è poi stato dimesso con una prognosi di sette giorni. 

Poche ore dopo, un giovane detenuto di nazionalità rumena è evaso, non rientrando dal lavoro all’esterno all'istituto cui era stato ammesso.

Sabato 17 settembre 2022, un detenuto italiano, sottoposto al regime di alta sicurezza per reati di stampo mafioso, ha preso a schiaffi un assistente di polizia penitenziaria anche in questo caso per un cambio di cella: trasportato al Maria Vittoria, il poliziotto è stato dimesso con una prognosi di cinque giorni. 

Infine, domenica 18 settembre 2022, un detenuto di nazionalità marocchina ha lanciato un piatto di pasta in faccia all'agente, oltre a riempirlo di sputi.

"La situazione sembra essere “sfuggita di mano” ai vertici dell'istituto al punto che gli agenti e anche sottufficiali di polizia non possono svolgere più il proprio lavoro senza essere aggrediti con tanta disinvolta violenza.

È un dato di fatto che nell'istituto torinese sino al 2020 non si erano verificate neanche le note rivolte collettive che si verificarono, anche con evasioni, in diversi istituti d'Italia in occasione della normativa restrittiva entrata in vigore dall'8/3/2020 ne si è mai registrato un numero cosi elevato di aggressioni, divenute ormai tristemente quotidiane. La situazione cui si è giunti è quindi davvero drammatica e pericolosa per il personale di Polizia penitenziaria sottoposto, mai prima d’ora, a uno stress psico-fisico che non ha precedenti.

Questa situazione si ripete puntualmente tutti i giorni e il personale è abbandonato a se stesso nel silenzio più totale dei vertici locali, regionali e del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria che sono silenti e che continuano a non allontanare i detenuti violenti nè ad emanare le necessarie disposizioni per gestire tali eventi critici con tutti gli strumenti già previsti dall'ordinamento penitenziario. 

Chiediamo a tutte le autorità a qualsiasi livello di intervenire per quanto di rispettiva competenza in considerazione della drammatica situazione in cui è precipitato l’istituto torinese. Una situazione simile oltre ad essere altamente pericolosa è dannosa per tutti indistintamente.

Chiediamo a gran voce aiuto a tutte le autorità ognuno per la parte di propria competenza affinché si ponga fine a questa incresciosa situazione. I vertici dell'Istituto applichino le norme volte a prevenire tali situazioni di evidente disordine e di pregiudizio alla sicurezza dello stesso istituto e degli agenti che la direzione torinese, quale datore di lavoro ex DLgs n.81/08 è tenuta a tutelare, predisponendo strumenti e misure adeguate per consentire al personale di far rispettare le regole e garantire la propria e altrui incolumità.

In mancanza di tali strumenti e indicazioni operative per il personale non si possono fronteggiare tali situazioni e si costringe il personale a subire passivamente le autentiche angherie dei detenuti violenti. In mancanza di tutele datoriali, riterranno anche l'Amministrazione e i suoi vertici responsabile di tali fatti delittuosi per inosservanza degli obblighi giuridici di tutelare la integrità psico-fisica del personale nonché la sicurezza dell'ordine e della sicurezza all’interno dell'istituto, riservando a tal fine ogni azione, ragione e diritto.

Il capo del Dap e la Ministra Cartabia se ci sono battano un colpo. La politica faccia altrettanto considerato l’escalation delle aggressioni a livello nazionale considerandole quale emergenza nazionale", commentano in una nota congiunta le organizzazioni sindacali del comparto sicurezza Polizia penitenziaria Sappe, Osapp, Uil Pa P.P., Sinappe, Fns Csl, Fsa Cnpp, Fp Cgil PP.

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