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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Vallette / Via Maria Adelaide Aglietta, 35

Ancora violenza in carcere a Torino Vallette: cinque poliziotti aggrediti da due detenuti

Osapp: "Bisogna trovare una soluzione diversa per quelli psichiatrici"

Ancora violenza nel carcere delle Vallette a Torino. Ieri, giovedì 30 giugno 2022, due detenuti stranieri, uno dei quali affetto da problemi psichiatrici, hanno aggredito a calci, pugni e spintoni senza apparente motivo un ispettore e quattro agenti di polizia penitenziaria, tutti trasportati in ambulanza all'ospedale Maria Vittoria. Sono tutti stati dimessi con prognosi di cinque giorni.

"Si tratta - dice Leo Beneduci, segretario generale dell'Osapp, sindacato di polizia penitenziaria - dell’ennesima aggressione subita dai poliziotti penitenziari nelle carceri italiane da parte di appartenenti alla popolazione detenuta e senza che ciò sia derivato da azioni o situazioni che ne abbiano giustificato la violenza, ma che derivano probabilmente dalla mera presenza degli appartenenti al corpo nelle sezioni detentive a tutela dell’ordine, della sicurezza e della legalità all’interno degli istituti penitenziari, senza che ad oggi siano stati adottati concreti provvedimenti da parte degli organi dell’amministrazione penitenziaria anche a carattere preventivo. Uno degli aggressori avrebbe dovuto ricevere adeguati trattamenti in strutture a ciò dedicate quali le famose Rems e non all’interno di reparti detentivi ordinari anche perché gli appartenenti alla polizia penitenziaria non hanno né la competenza né gli strumenti adeguati ad affrontare tali patologie. Auspichiamo quindi, al di la delle assenze e della superficialità degli organi dell’amministrazione penitenziaria, che la guardasigilli Cartabia tra gli interventi in programma per la riforma della giustizia si ponga anche il problema dell’attuale funzionalità degli istituti penitenziari e degli ingiustificabili disagi degli appartenenti al corpo di polizia penitenziaria persino in relazione a una inadeguata allocazione dei detenuti cosiddetti psichiatrici che non dovrebbero essere trattenuti all’interno di strutture penitenziarie ordinarie".

"Gli episodi accaduti sono davvero inaccettabili - commenta Donato Capece, segretario generale del Sappe -. Le donne e gli uomini della polizia penitenziaria che svolgono quotidianamente il servizio a Torino lo fanno con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità in un contesto assai complicato per l'esasperante sovraffollamento. Ma servono urgenti provvedimenti per frenare una situazione operativa che è semplicemente allarmante. Da tempo il Sappe denuncia la correlazione tra aumento degli eventi critici nelle carceri e presenza di detenuti stranieri, come sono alcuni dei protagonisti dei gravi eventi critici accaduti a Torino".

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