Prima aggressione dell'anno nel carcere delle Vallette a Torino: per il protagonista è la terza in pochi mesi
Si tratta di un boss della camorra che sta scontando l'ergastolo con il regime di detenzione 'duro'
La prima aggressione del 2023 nel carcere delle Vallette a Torino porta nuovamente la firma di Umberto Onda, boss della camorra napoletano condannato all'ergastolo e sottoposto al regime del cosiddetto 41-bis (il carcere duro), che già si era reso protagonista di episodi analoghi a luglio e a dicembre 2022. Nella prima serata di ieri, lunedì 2 gennaio, mentre veniva accompagnato per effettuare una visita medica nell’infermeria del padiglione detentivo ha aggredito un ispettore di polizia penitenziaria prima verbalmente e poi sferrandogli un violento calcio. La vittima è andata a farsi medicare all'ospedale Maria Vittoria, dove gli è stata assegnata una prognosi di tre giorni.
A segnalare l’episodio sono cinque organizzazioni sindacali del comparto sicurezza della polizia penitenziaria: Sinappe, Osapp, Uilpa-Pp, Fns-Cisl e Cgil-Fp-Pp. "Quanto accaduto - scrivono - è da ritenersi di estrema gravità: i penitenziari da tempo sono nel completo caos organizzativo, sia in ordine al trattamento e ai rapporti con la locale popolazione detenuta, spesso fuori controllo, sia riguardo alla gestione del personale soggetto a carichi di lavoro oltre i limiti ed a continue tensioni e aggressioni, nel più totale silenzio degli organi dell’amministrazione penitenziaria e del dicastero della giustizia".
I sindacati chiedono al ministro Carlo Nordio di recarsi al più presto a Torino "e lo invitiamo al contempo a dotare il personale di polizia penitenziaria di strumenti idonei quali taser o altri mezzi a tutela dell’incolumità fisica, al fine di assicurare l’immediato ripristino delle regole di legalità e di civile convivenza nelle strutture in cui detto personale subisce la quotidiana e ingiustificata tortura, fatta di gravi offese morali e fisiche e di continui disagi lavorativi, peculiarità di un sistema oramai caratterizzato dall’assenza di risultati verso una maggiore sicurezza interna ed esterna nell’interesse della collettività".