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Cronaca

Aborto: babbi Natale con sacchi pieni di Ru486 davanti alla Regione

I Radicali metteranno in scena una singolare protesta contro l'impedimento dell'aborto medico, perché "è una costrizione per le donne che possono solo ricorrere all'intervento chirurgico"

A partire dalle 13 di oggi esponenti radicali travestiti da Babbo Natale distribuiranno scatole di RU486, pillola per l'aborto farmacologico, davanti al palazzo della giunta regionale a Torino. La protesta è dell'associazione Adelaide Aglietta ed è in concomitanza con la 'Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne'.

"Nonostante le opinioni contrarie del presidente Cota - affermano i Radicali Silvio Viale, Nathalie Pisano, Giulio Manfredi e Salvatore Grizzanti - ha il record di utilizzo della Ru486 e sono oltre 2.000 le donne che hanno deciso di usufruirne. E' ora che si ponga fine alla finzione del doppio ricovero ordinario e che finisca l'ostracismo contro il day hospital". "Non chiediamo a Cota di modificare la propria opinione - proseguono i Radicali - ma di lasciare che i medici piemontesi possano utilizzare la RU486 nel migliore dei modi. Tentare di impedire la possibilità dell'aborto medico, costringendo le donne alla solo opzione dell'intervento chirurgico, è una forma di violenza contro le donne".

Per Augusta Montaruli, vicecapogruppo del Pdl in consiglio regionale, l'iniziativa promossa dai Radicali "é una provocazione di cattivo gusto, che affronta il tema dell'aborto in maniera superficiale, ridicolizzando un tema serio e drammatico per molte donne". "E' l'aborto in sé - continua Montaruli - ad essere una violenza per la donna, non solo il modo in cui viene praticato. La RU486 non è un regalo per nessuno, né per la donna né per il suo bambino. In ogni caso l'iniziativa dei radicali è pure mal riuscita visto che a Natale si festeggia la Vita e non la morte. La somministrazione superficiale della RU486, così come la vorrebbe il dottor Viale, invece, banalizza tale scelta e riflessione oltre ad essere pericoloso per la salute della donna stessa. Il ricovero - conclude Augusta Montaruli - non è un cruccio del presidente Cota ma una misura a tutela delle donne". (Ansa)

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