Rivoli, il videogioco usato per adescare i bambini e invogliarli a farsi foto e video nudi
17enne nei guai
Adescava bambini, dai 10 anni in poi, attraverso "Fortnite", uno dei videogiochi più in voga negli ultimi anni. Poi, una volta creata con loro un'amicizia, li induceva - passivamente - a ricevere immagini pedopornografiche. E, in un momento successivo, dopo averli convinti che fosse una prassi naturale, a produrre foto e video da inviargli via Whatsapp, Tik-Tok o Instagram.
E' quanto hanno scoperto, dopo una lunga indagine, partita nel luglio scorso e conclusa nella giornata di ieri, venerdì 20 novembre 2020, gli agenti del commissariato di polizia di Rivoli con l'aiuto del compartimento della polizia postale del Piemonte e del Veneto. L'indagine è stata poi coordinata dalla Procura per il Tribunale dei minorenni di Torino.
Nei guai è finito un 17enne, che passava tutto il giorno a dialogare con più bambini. Sempre con lo stesso modus operandi: la fiducia creata tramite il gioco, frasi forti come "ti voglio bene" o "ti amo", poi con le prime immagini che inviava lui e poi il passo successivo e conclusivo, con video e immagini prodotti dalle stesse vittime.
Foto e video prodotti nelle loro camerette con i cellulari che usavano per studiare durante il primo lockdown: nei primi momenti, le immagini venivano realizzate su promessa di soldi, poi tramite vere e proprie minacce.
I genitori dei bambini coinvolti erano inconsapevoli di quanto stava accadendo da mesi nelle camerette dei loro figli, che nel frattempo erano impegnati per gran parte della giornata con dispositivi elettronici anche a causa del lockdown in corso.
L'indagine è nata dopo che una madre, per caso, ha visto lo smartphone del figlio, dove coglie una frase dai toni strani, sicuramente inusuale per una conversazione tra bambini.
Incuriosita apre la conversazione della chat e lì si apre una finestra verso un mondo che non avrebbe immaginato. Immediata la denuncia alla polizia di Rivoli.
Tutto il materiale pedopornografico dalla polizia postale è attualmente al vaglio dell’autorità giudiziaria.