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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Filadelfia / Via Filadelfia, 36

Addio a Piero, il Coronavirus si porta via la "enciclopedia del Toro" e il "papà" del tifo organizzato in Italia

Aveva 84 anni

Chiunque tifi Toro non poteva non conoscere Piero Gay. Una sorta di enciclopedia della compagine granata. Capace di sciorinare numeri, aneddoti, formazioni con una semplicità disarmante.

Gay è morto ieri sera, lunedì 13 aprile 2020, a 84 anni. Malato da tempo - le sue condizioni di salute lo avevano portato a stare su una sedia a rotelle - negli ultimi giorni era peggiorato. E, dopo aver eseguito il tampone, gli era stato comunicato di essere affetto da Coronavirus. 

Assieme a Ginetto Trabaldo, nel 1951 aveva dato vita al "Gruppo Sostenitori Granata", all'interno del Bar Florio. Il primo storico sodalizio nazionale che raggruppava i tifosi di una società calcistica. Loro due, infatti, hanno dato vita al tifo organizzato in Italia. 

Con le riunioni che si tenevano ogni mercoledì sera presso i locali della "Vecchia Dogana", in via Corte d'Appello. E la prima trasferta fu a Bologna, il 23 dicembre di quello stesso anno: per la cronaca, come avrebbe di certo fatto il buon Piero, era finita a "reti bianche". 

Il "Gruppo Sostenitori Granata" si trasformò poi in "Associazione Tifosi Granata" e, nel 1953, ecco il "Gruppo Fedelissimi Granata", con sede in corso San Martino.

Tempi diversi rispetto agli attuali. Dove andare allo stadio era un modo per fare festa, con le famiglie, e dove gli avversari si "sfottevano" con genuinità.

Anche grazie a figure come Gay, la "Curva Maratona" per anni venne premiata dai giornali sportivi europei come la "curva più bella d'Europa".

Assieme a Luciano Gambucci e a Simona Cavallo, dagli anni '90 e fino a inizi anni 2000, condusse la trasmissione "TuttoToro", appuntamento settimanale su TeleTime dove per un'ora e mezza si parlava esclusivamente di Toro: dalla prima squadra ai Pulcini, passando per i Toro Club. 

E, negli anni, partecipando ad altre trasmissioni, come "Granata Doc" con Carlo Testa, o "Toro Amore Mio" con Fabrizio Turco o Giancarla Tenivella. 

Non mancava una settimana. Era sempre presente. Con il suo impeccabile look, fatto di giacca e cravata. Un piemontese doc che non ha mai smesso di far emergere il suo lato sabaudo, ma di "sponda granata". 

Piero, perché per tutti era così, era stato uno dei primi a salire a Superga in quel maledetto 4 maggio del 1949, quando finì il sogno del Grande Toro. Aveva solamente otto anni. 

Ed è stato presente quando venne abbattuto il "Fila", quando venne posata la prima pietra della ricostruzione e il giorno dell'inaugurazione. 

Lascia la moglie e due figli. 

Il ricordo del presidente Urbano Cairo e del Torino Fc

Anche il Torino Fc e il suo presidente, Urbano Cairo, hanno voluto rendere omaggio alla figura di Pieo Gay: 

"Signore d’altri tempi, indiscutibile memoria storica granata, sempre e comunque orgoglioso e Fedelissimo tifoso del Toro.

Piero Gay era amico di tutti. Elegante nei modi e nei toni, brillante nell’eloquio, lucido nelle analisi, profondo nei giudizi, ha fatto conoscere il Torino, quello Grande e anche quello meno grande, a generazioni di giornalisti e di tifosi. I suoi racconti non erano storie, erano esperienze di vita vissuta, perché grazie a sua mamma cominciò a frequentare e amare il Toro sin da bambino, allo stadio Filadelfia. Non era nemmeno maggiorenne quando fondò i Fedelissimi Granata, assieme a Ginetto Trabaldo, un altro gigante: in pratica gli esordi del tifo organizzato in Italia. Antesignano e precursore anche in televisione, conducendo le prime trasmissioni monotematiche sul Toro agli albori delle emittenti private torinesi. La passione sportiva lo ha reso anche uno straordinario collezionista, a casa sua c’è una stanza che è un santuario laico della fede granata: quante sceneggiature, quanti libri sono nati dopo aver consultato quel patrimonio di storia e di memoria!

Tutto il Torino Football Club si stringe commosso intorno alla signora Gay e ai due figli. Ciao Piero, grazie di tutto. E’ stato un privilegio conoscerti, mancherai a tanti.

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