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Coronavirus Piemonte: in partenza i lavori per l’area sanitaria temporanea alle Ogr

Il cantiere aprirà lunedì 6 aprile, termine previsto: due settimane

È stata sottoscritta sabato 4 aprile l’intesa tra Regione Piemonte, Prefettura e Comune di Torino e Società consortile per azioni O.G.R. – Crt e Fondazione CRT per l’avvio delle operazioni di realizzazione di un’area sanitaria temporanea all’interno del complesso delle ex Officine Grandi Riparazioni per affrontare l'emergenza coronavirus.

In seguito alla valutazione sulla idoneità e sulla ottimale posizione logistica del sito e dopo che la Fondazione CRT, insieme alla sua Società consortile per azioni OGR CRT, ha messo subito a disposizione della Regione Piemonte una porzione del sito di sua proprietà, partono ora i lavori su un’area pari a circa 8.900mq per un primo modulo da 92 posti, ripartiti in 4 posti di stabilizzazione in emergenza, 32 posti di terapia semintensiva e 56 posti di degenza ordinaria.

Il cantiere aprirà lunedì 6 aprile e la realizzazione sarà portata avanti dai reparti Genio Infrastrutture dell’Aeronautica Militare con il coordinamento dell’Unità di Crisi della Regione Piemonte, in un termine previsto di due settimane. Per quanto riguarda i costi sono stati valutati, al momento, in circa 3 milioni di euro e saranno completamente coperti da Fondazione Compagnia di San Paolo, che ha comunicato la propria disponibilità nell'ambito della Convenzione pluriennale con la Regione Piemonte.

Perché l’area sanitaria temporanea alle Ogr: l’analisi dell’Unita di Crisi

La necessità scaturisce dall’attuale situazione di emergenza sanitaria, in cui l’evoluzione della curva epidemiologica ancorché registri una crescita inferiore, se comparata al periodo di tempo immediatamente precedente, presenta ancora un valore assoluto tendenzialmente in aumento. Inoltre, le previsioni a medio termine non forniscono dati certi tali da consentire di ipotizzare un’uscita dalla situazione emergenziale in tempi brevi, mentre potrebbe anche verificarsi un contagio di ritorno, così come sta avvenendo in diversi Paesi esteri. Su questa situazione di criticità incide, inoltre, in maniera determinante la situazione di aumento di casi di positività nel personale e negli ospiti all’interno delle Residenze Socio Assistenziali (RSA). Occorre dunque alleggerire l’attuale incidenza del carico ospedaliero, all’interno delle terapie intensive, dove si registra un elevatissimo tasso di ricoveri, che dovranno, nella progressione temporale della patologia, trasformarsi in setting di cura più bassi (attività semi intensiva e di ricovero a bassa e media intensità).
 

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