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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

"Caccia" alla vittima a Chiavari, colpo da 250mila euro: arrestati due torinesi (zio e nipote)

Furto ai danni di due coniugi ultranovantenni

Due uomini, pluripregiudicati residenti nel torinese, in realtà zio e nipote, per mettere a segno truffe e furti si sarebbero spostati per mesi tra Liguria e Toscana. Nelle ultime ore sono finiti in carcere grazie all’operazione di polizia denominata 'Banda Bassotti', le cui indagini sono portate avanti dagli agenti del Commissariato di Chiavari insieme a diversi Uffici investigativi liguri e toscani.

Il colpo da oltre 250mila euro

Il 15 giugno gli agenti della squadra investigativa hanno sottoposto a fermo di Polizia Giudiziaria per i reati di furto aggravato in concorso, contraffazione di sigilli e possesso di distintivi contraffatti, poi convalidato dal Giudice delle Indagini Preliminare del Tribunale di Lucca, i due parenti, entrambi di fatto senza fissa dimora, che ieri, per gli stessi reati, sono stati sottoposti alla misura cautelare della custodia cautelare in carcere emessa dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Genova. Il fermo di Polizia Giudiziaria e l’emissione della successiva misura cautelare nascono a seguito di un'indagine iniziata dopo un furto da oltre 250mila euro commesso alla fine di maggio ai danni di una coppia di anziani chiavaresi. I due, secondo la ricostruzione degli agenti, con l’inganno avrebbero convinto i due novantenni a farli entrare in casa per poi derubarli di oggetti preziosi per un valore di circa 250/270 mila euro. Sarebbero entrati vestiti uno come tecnico dell’acqua e l’altro come appartenente alle Forze dell’ordine e parlando di un problema legato ai lavori dell’acquedotto.

La minuziosa disamina delle registrazioni delle numerose telecamere installate nei Comuni di Chiavari e Lavagna, ha consentito agli inquirenti di ricostruire nel dettaglio tutti i movimenti dei due. "I due soggetti sono arrivati a Lavagna a bordo del furgone intestato ad un prestanome, all’interno del quale trasportavano un motoveicolo con targa clonata, a bordo del quale hanno effettuato una vera e propria ‘caccia’ all’anziano nel centro di Chiavari. La visione delle immagini ha evidenziato infatti che i due pluripregiudicati per ben due volte sono scesi dalla moto alla ricerca di possibili vittime ed in un caso sono quasi riusciti ad agganciarne una, un’anziana che poi hanno lasciato andare perché si è fermata a conversare con una conoscente. Dopo aver girato per circa mezz’ora i due arrestati individuano la vittima perfetta mentre esce per comperare il giornale, quindi si posizionano in attesa del suo rientro. Grazie alla loro scaltrezza i due uomini sono riusciti ad entrare all’interno dell’appartamento delle vittime. Con questo stratagemma e approfittando dell’età dei due coniugi ultranovantenni, i due ladri sono riusciti ad impossessarsi di una borsa contenente preziosi per un valore complessivo pari a 250/270mila euro".

Gli inquirenti sulle tracce del furgone

La successiva attività investigativa ha consentito agli inquirenti di stabilire che la base logistica, da cui partiva e verso la quale tornava il furgone utilizzato dai due parenti, fosse collocata nella zona della Versilia. Sulla scorta degli elementi raccolti, nella mattinata di mercoledì 15 giugno è stato effettuato un servizio di osservazione/appostamento nei pressi delle uscite dei caselli di “Viareggio” e “Versilia”, con l’ausilio di personale del Commissariato di Viareggio e della Polizia Locale della stessa cittadina, servizio che ha consentito di intercettare il furgone con i due ricercati e dopo un breve inseguimento bloccarlo sull’Aurelia in direzione Marina di Pietrasanta.

A seguito della perquisizione del furgone sono stati rinvenuti e sequestrati, oltre alla moto utilizzata sia in occasione del furto avvenuto a Chiavari, sia in occasione di altri reati commessi in Liguria e Toscana, una serie di strumenti e oggetti utilizzati per commettere reati di tipo predatorio: trasmittenti e scanner sintonizzati sui canali delle forze dell’ordine, un 'jammer' (apparato elettronico che può disturbale le trasmissioni radio, gsm e gps), vari strumenti atti allo scasso, pettorine con la scritta 'polizia locale', tesserini della polizia locale con distintivi contraffatti, falsi tesserini di appartenenti alle ASL e di Ispettore dell’Acquedotto, perfette riproduzioni di targhe clonate, bombolette spray al peperoncino. "Materiale che assieme alla meticolosità degli accorgimenti/precauzioni adottati dai due uomini ne evidenzia la caratura criminale e la perfetta organizzazione delinquenziale", concludono dalla questura di Genova.
 

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