Bimbo lanciato in aria per gioco e morto, il responsabile si toglie la vita
A distanza di 4 anni dall'accaduto
Un gioco finito in tragedia, a Biella, quattro anni fa. Un 35enne aveva preso tra le braccia Gabriele, il figlio di una sua collega, e aveva cominciato lanciarlo in alto ma ad un certo punto qualcosa era andato storto, l’uomo aveva mancato la presa e il piccolo era caduto battendo la testa.
Era il maggio del 2013. Una fatalità, un momento di divertimento diventato un dramma. Il bimbo aveva iniziato a piangere, la madre lo aveva portato a casa e poi al pronto soccorso dove i medici gli riscontrarono una grave emorragia cerebrale. Gabriele morì poche ore dopo il ricovero al Regina Margherita di Torino dove fu trasferito d’urgenza.
Forse il peso della colpa o forse altri motivi ancora, ma a quattro anni dall’episodio l’uomo si è tolto la vita mercoledì 30 agosto in Germania dove si era trasferito dopo l’accaduto.
Accusato di omicidio colposo, aveva patteggiato davanti al gup di Biella una condanna a cinque mesi di reclusione con pena sospesa. In sede civile la mamma del bambino non si costituì parte civile e anche il padre, pur facendolo, scelse poi di non avere alcun risarcimento per non arricchirsi per la morte del figlio.