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Cronaca Aurora / Piazza della Repubblica

A otto mesi dalla condanna, finisce in carcere la truffatrice degli stranieri: denaro in cambio di documenti

Con la complicità di una donna

Nonostante la condanna a tre anni, un mese e ventun giorni di carcere fossero diventati esecutivi, per quasi otto mesi una 53enne torinese, manager di cooperativa, era riuscita ad evitare il fatidico appuntamento con la giustizia.

Almeno fino a qualche giorno fa, quando una pattuglia dei carabinieri, in transito lungo via San Donato, l'ha riconosciuta e bloccata. E ora è in carcere. Dove potrà scontare la pena figlia di quell'arresto, datato 2009 a Porta Palazzo ad opera della polizia. 

L'accusa nei suoi riguardi è quella di truffa, ripetuta nel tempo, ai danni di migranti in cerca di lavoro o di un permesso di soggiorno. Ed è solamente grazie alle segnalazioni da parte di stranieri extracomunitari - nella maggior parte dei casi irregolari - che lavoravano al mercato di Porta Palazzo, che gli agenti sono riusciti ad incastrarla. 

Uomini e donne che avevano raccontato come la donna frequentasse quella zona per cercare "nuove prede", facendosi aiutare da una complice, una donna peruviana. 

La tattica era sempre la stessa: una volta incontrato lo straniero, che voleva regolarizzare la sua posizione in Italia, ecco promettere i documenti di soggiorno e contratti di assunzione regolari. Truffando anche queste persone, visto che chiedeva loro anche dei soldi. 

Le truffe venivano attuate con l'ausilio di una cooperativa. Quella cooperativa che vedeva la 53enne quale amministratrice delegata.

Ma nel 2009, ecco le manette ai polsi. In quella circostanza, la donna aveva chiesto ad un peruviano ben 2mila euro per far ottenere al fratello i permessi per rimanere in Italia e non essere costretto a tornare in Perù. Con "l'aiuto" di dilazionare la somma in più rate. Rate che, invece di diminuire, aumentavano. Perché le richieste continuavano. E quell'uomo si era rivolto alla polizia, che l'aveva poi arrestata. 

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