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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Crocetta / Corso Duca degli Abruzzi

Da un ristorante di Torino gestiva lo spaccio: l'aiutante vendeva la dosi nelle scale della fermata della metropolitana

La polizia arresta il complice e denuncia il vero gestore dello spaccio

Ogni pusher ha il proprio luogo di spaccio. Un giardinetto, un lampione, una macchina, un'appartamento o una cantina. 

Nel caso di uno spacciatore senegalese e del suo aiutante, un italiano di 27 anni, erano i sotterranei e le scale della fermata della metropolitana Vinzaglio, all'incrocio tra corso Vittorio Emanuele II, corso Vinzaglio e corso Duca degli Abruzzi a Torino. 

A scoprirlo sono stati gli agenti del commissariato Centro, impegnati in alcuni controlli in borghese. Quando hanno visto scendere quel giovane - già noto per essere un consumatore di droga - hanno deciso di seguirlo, perché pensavano volesse acquistare della droga.

In realtà, una volta fermato e controllato, ecco scoprire come avesse numerosi precedenti e negli slip avesse 18 involucri di cocaina ed eroina. "Non sono miei. Li tengo per un mio amico". Ovvero un pusher senegalese che, da un ristorante in zona stazione Porta Nuova, gestiva "da remoto" lo spaccio. Indicando al suo fedele amico le quantità, il cliente e i prezzi. 

Messo alle strette - sul cellulare aveva registrato il suo "datore di lavoro" con un nome e cognome italiano, proprio per evitare di mettere nei guai l'amico pusher - il giovane ha spiegato come per questa attività ricevesse ogni volta 100 euro. Un "lavoretto" che permetteva al vero pusher di evitare guai con la giustizia, visti i due arresti nell'arco delle ultime tre settimane proprio dagli agenti del commissariato Centro e l'obbligo di presentazione alla polizia. 

Alla fine, l'aiutante è stato arrestato per "detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti" mentre il vero pusher è stato denunciato per "violazione della Legge sugli stupefacenti".

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