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Torino, Con l'escamotage facevano ottenere prestiti dalla vera finanziaria, a tassi da usura fino al 2500%

Sei arrestati dalla Finanza

Sono sei le persone arrestate nell'ambito dell'operazione "Dobbio debito" della Guardia di Finanza e coordinata dalla Procura della Repubblica di Asti.

Un'associazione a delinquere dedita a usura, abusivismo finanziario, estorsione e truffa, così come è stata definita dagli investigatori.

In manette sono finiti Giacomo e Carlo Lafleur, padre e figlio residenti a Carmagnola; il torinese Osvaldo Laforé; Graziano Di Maio di Villafranca Piemonte; Nicolino Maccagnan di Moncalieri e una dipendente infedele della filiale "Findomestic" di Bra (Cuneo), società totalmente estranea alla vicenda.

Le indagini, coordinate dal procuratore della Repubblica di Asti, Alberto Perduca e dirette dal sostituto procuratore Gabriele Fiz, hanno riguardato il periodo tra il 2019 e la fine del 2019 ed hanno permesso di scoprire come l'associazione a delinquere avesse la base a Carmagnola e fosse operativa tra Torino, Ivrea, Moncalieri, Cuneo e Bra. L'obiettivo era quello di applicare tassi usurari fino al 2.500% a persone bisognose di denaro che, nella maggior parte dei casi, non potevano accedere a prestiti ordinari, tramite finanziarie o banche o Posta.

Le vittime erano, nella maggior parte dei casi, imprenditori in difficoltà economiche ma anche casalinghe e disoccupati già indebitati, che tramite il “passa parola”, entravano in contatto con i componenti dell’organizzazione.

Una volta "agganciata la preda", venivano organizzati gli incontri per entrare nel dettaglio dell'operazione e del prestito. Con il finanziamento che veniva concesso da una vera finanziaria.

E questo grazie alla dipendente infedele che, con documenti artefatti - buste paga, Cud, dichiarazioni fiscali finte - riusciva ad accedere al sovvenzionamento da parte della finanziaria.  

Ma invece di rientrare del debito con la nota società di prestiti, le somme venivano pagate agli arrestati, con tassi molto elevati: venivano applicati tassi usurari fino al 2500% in più rispetto a quelli leciti per l’attività di intermediazione, con richieste di pagamenti fino al 60% del finanziamento, anche con estorsioni e minacce.

In breve, dopo aver pagato gli usurai, alle vittime restava solo una modesta residua parte dei soldi, a fronte dell’onere di dover corrispondere le rate per l’intera cifra ottenuta dalla finanziaria. 

Gli indagati si sono dimostrati particolarmente attenti nell’esecuzione delle proprie attività illecite: raramente utilizzavano i telefoni per accordarsi e prediligevano riunirsi nel campo sinti di Carmagnola o in un centro commerciale di Moncalieri. Tra le accortezze adottate c’era anche quella di far controllare periodicamente le proprie autovetture con vere e proprie operazioni di “bonifica” per ricercare eventuali microspie.

Una grande mano nell'indagine è stata data dall'ufficio prevenzione frodi di Findomestic, risultata essa stessa vittima del sistema: secondo una stima, sarebbero stati richiesti prestiti per 400mila euro per conto di venti persone, tutte prive delle garanzie previste in caso di prestiti.

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