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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Violenza in carcere a Torino: due aggressioni ai poliziotti in poche ore. I sindacati: "Rimuovere i vertici"

Agenti finiscono in ospedale dopo una rissa fra detenuti. Un altro agente preso a pugni

Sono cinque i poliziotti penitenziari feriti a seguito di due episodi violenti avvenuti nel carcere di Torino nella giornata di sabato 22 maggio 2021.

Gli ennesimi episodi sono stati denunciati dai sindacati Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria), Sinappe (Sindacato Autonomo Nazionale Polizia Penitenziaria) e Uil-Polizia Penitenziaria. 

Il primo episodio nella mattinata di ieri, quando è scoppiato un violento litigio tra sei reclusi. Gli agenti sono intervenuti per sedare la rissa, riportando però contusioni e fratture giudicati guaribili con prognosi da cinque a venti giorni dopo un passaggio per accertamenti all'ospedale Maria Vittoria di Torino. 

Nel tardo pomeriggio, poi, un nuovo detenuto, arrivato da poco e inviato ad effettuare i controlli di primo ingresso, ha tentato di colpire con dei pugni in faccia, l’agente che lo doveva accompagnare. Il poliziotto penitenziario ha provato a schivare il colpo, salvo essere preso alla spalla da un altro pugno. 

Gli episodi arrivano a distanza di pochi giorni dalla protesta degli agenti di polizia penitenziaria fuori dal carcere, organizzato proprio per denunciare le continue aggressioni, l’assenza di comunicazione con i vertici dell’istituto e il sovraffollamento.

“Quanto accaduto è il risultato di una politica penitenziaria attuata in assoluto dispregio delle condizioni di lavoro del personale di Polizia Penitenziaria spesso lasciato solo nelle sezioni detentive ad operare in assoluta ristrettezza di mezzi e di supporti, anche con 100/150 detenuti alla volta e anche con la presenza di detenuti di estrema pericolosità e
con detenuti che hanno problemi psichiatrici.
Si tratta degli ennesimi violenti episodi a riprova del fatto che un eccessivo “buonismo” nella gestione di penitenziari problematici come quello di Torino, può mettere a repentaglio l’ordine e la sicurezza, nonché l’incolumità degli Agenti di Polizia Penitenziaria che vi operano e che come già detto sono completamente abbandonati a loro stessi, a fronte di un sovraffollamento di oltre il 35% della popolazione detenuta complessa e difficile da gestire con casi particolari e psichiatrici. La situazione è sempre più drammatica per il personale di Polizia Penitenziaria che si trova a gestire, come già detto, una popolazione detenuta sempre più complessa e difficile. Chiediamo l’intervento immediato del Capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Dino Petralia e del Ministro Cartabia affinché avvicendino, con urgenza, i vertici del carcere Torinese, considerate le forti tensioni presenti. Sembrerebbe che le sorti del personale di Polizia Penitenziaria non interessino più a nessuno e le politiche penitenziarie oramai sono completamente concentrate a favore dei soli detenuti tanto che i veri torturati sono i Poliziotti Penitenziari che quotidianamente operano, nelle carceri Italiane, ogni giorno, in condizioni sempre più drammatiche e difficili, anche in ragione del fatto che detenuti violenti vengono lasciati liberi in sezioni aperte, dove grava sovraffollamento”. 

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