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L'ANALISI

Rinnovo affitti ordinari di lunga scadenza: quale sarà il costo e in quali zone di Torino ci saranno gli aumenti maggiori

Occorrono in media circa 715 euro al mese , per un bilocale di 70 mq. Molte famiglie si vedranno obbligate a cambiare zona o addirittura città

Dopo 8 anni si avvicina il termine dei contratti ordinari di lunga scadenza (4+4). Molti torinesi li hanno stipulati tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015 e ora dovranno essere rivisti. Abitare Co., società di intermediazione immobiliare, ha calcolato l'impatto che si potrebbe avere sul mercato immobiliare, calcolando il caro energia, la crescita dei prezzi del "carrello della spesa" (a settembre 2022 +10,9% su base annua), che hanno raggiunto quelli del mese di agosto 1983 e, con molta probabilità, il caro affitti.

Chi volesse rinnovare potrebbe trovarsi di fronte a un aumento medio del +20,6%, con un canone che potrebbe toccare in media 715 euro al mese per un bilocale di 70 mq. A questi dati, che si riferiscono ai canoni di locazione escluse le spese condominiali, bisognerà aggiungere gli eventuali aumenti relativi alle spese per il riscaldamento e la luce, diventando così per tanti un importo insostenibile. Molte famiglie si vedranno obbligate a cambiare zona o addirittura città, spostandosi dove i canoni sono più bassi.

Si tratta di un dato sensibile che ha un forte impatto sociale, considerando che nel 2015 sono stati stipulati a Torino 9.351 contratti di affitto di lungo periodo (4+4), con una superficie media di 71,3 metri quadrati (oggi la superficie media è più bassa: 66,3 metri quadrati).

Sul fronte dei prezzi, ad esempio, per un bilocale di 70 mq. a Torino occorrono in media circa 715 euro al mese, escluse le spese condominiali, ma con una notevole differenza in base alla zona: si parte da 470 euro nelle aree periferiche ed €610 in quelle semicentrali, per arrivare fino a 790 euro in centro e circa 990 euro per gli immobili di pregio.

Tra le città metropolitane, ai primi posti per i rincari troviamo Roma con una media dei canoni mensili, sempre per un bilocale di 70 mq., pari a 1.365 euro e Milano con 1.300 euro. Le città meno care, come canone medio mensile, sono Palermo (625 euro), Torino (715 euro) e Genova (750 euro).

“Oltre alla revisione dei contratti in scadenza, con degli inevitabili aumenti, bisogna poi aggiungere un potenziale incremento delle spese condominiali (soprattutto nelle case con riscaldamento centralizzato), che porterebbe il canone totale mensile a un livello non più sostenibile per molte famiglie che, a quel punto,  si vedranno obbligate a cambiare zona o addirittura città, spostandosi dove i canoni sono più bassi – ha sottolineato Giuseppe Crupi, CEO di Abitare Co. - C’è invece chi, spinto dagli aumenti, opta per l’acquisto di una nuova abitazione, anche se le rate di mutuo sono più care a causa dell’aumento del costo del denaro. L’acquisto di una nuova abitazione è inoltre sostenuto dalla migliore efficienza energetica dell’immobile che può ridurre in maniera importante le voci di spesa nel budget famigliare. In realtà – continua Crupi - quello che manca oggi sul mercato italiano è un’offerta di qualità legata al mondo degli affitti, con immobili di nuova generazione che offrono case con servizi condominiali di vario genere. Da una nostra recente indagine su un campione di 1.500 famiglie oltre l’80% ha risposto che sarebbe disposto a pagare un affitto più alto del 15%, rispetto a quanto paga oggi, per una casa nuova dotata di servizi comuni”.

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