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Davide Petrizzelli

Giornalista

Il paradosso tutto piemontese: da un anno hanno messo il bavaglio al 118 di Torino e provincia

Impossibile la comunicazione con i giornalisti

Forse per molti questa sarà una notizia da addetti ai lavori ma da un anno a questa parte (era il 1° ottobre 2020) il servizio 118, quello delle ambulanze e degli elisoccorso, ha smesso di parlare con i giornalisti. Contratto non rinnovato al collega che si occupava della comunicazione e da quel momento silenzio totale, in entrata (cosa più grave: se il giornalista ha una notizia da verificare non ha nessuno di quel servizio a cui rivolgersi) e in uscita (meno grave: ai giornalisti non arrivano segnalazioni di alcun tipo).

Paradossalmente, questo è successo soltanto in provincia di Torino. Se succede qualcosa a Bibiana c'è il blackout nelle comunicazioni e per un giornalista è impossibile informarsi via 118 (fortunatamente è possibile farlo con altre fonti). Se invece il fatto avviene nella vicina Bagnolo Piemonte, già in provincia di Cuneo, c'è un collega che comunica regolarmente con i giornalisti. Trattandosi di un servizio regionale, questo è francamente assurdo e ridicolo.

Ma perché questo aspetto dovrebbe interessare non solo gli addetti ai lavori, ma tutti? Perché avere un'informazione il più possibile corretta e completa è un diritto di tutti. Qualcuno potrà obiettare che le notizie di cronaca hanno continuato a uscire sui media: verissimo, ma questo avviene solo perché, come già accennato prima, esistono anche altre fonti. I giornalisti fanno un ulteriore sforzo e verificano le notizie di cui vengono a conoscenza, spesso con difficoltà e ancora più spesso con ritardo. Su alcuni aspetti, come capire immediatamente la gravità di un fatto, la tempestività della comunicazione è dirimente: se il fatto è grave il giornalista va sul posto a vedere, altrimenti resta a casa.

Il contributo che l'ormai defunto ufficio stampa del 118 dava (e potrebbe ancora dare se chi di dovere ci mettesse un po' di buona volontà) è in ogni caso prezioso e permetterebbe ai giornalisti di dare un'informazione più tempestiva e completa. Ma evidentemente questo non interessa a chi ha in mano il servizio: la Regione Piemonte, l'azienda ospedaliera Città della Salute di Torino e la direzione dello stesso 118 torinese. Usciti dai confini della provincia di Torino, però, improvvisamente informare la stampa (e di conseguenza la cittadinanza) torna a interessare. Chissà perché.

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