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A cura di Emanuela Galleano

Quando la Regina zampettava

La Reina Jana tra storia, folklore & scarpe

Figure di donne-uccello sono note al folklore dei popoli più diversi, ma la “Reina Jana” delle storie piemontesi – bellissima, non fosse per imbarazzanti zampe di gallina al posto dei piedi – presenta caratteristiche particolari.

Anzitutto rientra in quella nebulosa di figure femminili con piedi animali (d’asino, di capra, appunto d’uccello…) o comunque anomali, che corre dalle vampiresche empuse egee alla Regina di Saba di talune storie orientali, fino magari alla diavolessa Lilith: caratteristica comune, il fatto che cerchino di nascondere sotto la veste il connotato che le smaschererebbe come demoniache o feeriche. Sempre controllare.

Ma al contempo l’ambigua Reina Jana di volta in volta benevola o minacciosa (portatrice di tasse esorbitanti, soprusi o persino epidemie), costituirebbe un’illusionistica trasfigurazione della regina Giovanna I di Napoli e contessa di Provenza (1327-1382), che collezionò quattro mariti e un certo numero di amanti nel corso di una vita agitata. Il passaggio in Piemonte dovrebbe collocarsi dopo la fuga da Napoli per raggiungere il papa ad Avignone, negli anni della Peste nera (ecco l’epidemia); anche se è stato messo in dubbio il suo leggendario transito per il Cuneese, e in particolare per Boves, dove i calzolai sfidati a confezionarle scarpe adatte avrebbero individuato la forma dei suoi piedi grazie a una cameriera che sparse farina, vedendo così le impronte. Si noti che il piede in quanto tale non viene visto, solo il suo calco, a suggerire qualcosa che possiamo conoscere solo in modo indiretto. In ogni caso, smascherata, la Reina avrebbe abbandonato la zona.

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