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A cura di Emanuela Galleano

Cafès chantants 'à l'Italienne'

Divertimenti a Torino all'inizio del secolo scorso

Negli anni della Belle Epoque Torino si distinse anche per un curioso primato: fu la città italiana con il maggior numero di sale da ballo e di cafés- chantants.

Il café-chantants divenne ben presto il luogo eletto per per la mise en scène degli spettacoli di varietà, per i quali i torinesi persero letteralmente la testa: primo fra tutti il Romano, in galleria subalpina, in cui si esibirono giovani ed avvenenti stelline e nuove dive, fantasisti e ventriloqui. Seguirono il caffè Meridiana, nell'attuale galleria Lux (allora galleria Natta- Geisser), con un ricco cartellone che vide tra gli altri il debutto di Ettore Petrolini, e poi ancora il caffè  Franco in via Viotti, senza dimenticare, in Piazza Castello,  il Montecarlo, il Guala, l' Emilia, il Follia, ed il caffé Iris, residenza artistica della grande Isa Bluette. Il caffè  Nazionale, ancora oggi in attività, venne dotato di energia elettrica e trasformato verso la fine del secolo in caffè-teatro sul modello dell' “Alcazar” di Marsiglia, “primo esperimento di questo genere che siasi impiantato in Italia”.

Purtroppo pochi cafés-chantants resistettero allo scoppio della Prima Guerra Mondiale: molti si trasformarono in cinematografi, altri chiusero per sempre i battenti. Resta però una memoria di lustrini, di chiffons e seta cruda, un sentore di sigari e tabacco da pipa che talvolta, come nebbia, avvolgono l'ignaro passante -al quale, aguzzando l'orecchio, parrà forse di udire un accenno di sigla della Rivista.
 

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