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Profili di viaggio

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A cura di Emanuela Galleano

All'insegna dei Tre Re, in viaggio con i Re Magi

Dall'Oriente in Germania, l'itinerario dei tre re Piemonte compreso

Benché l’uso vada perdendosi, in Italia una delle titolazioni più classiche di alberghi e luoghi di ristoro per viaggiatori resta I tre Re: in ovvio riferimento ai Magi, considerati sovrani d’Oriente da tutta una tradizione popolare (ma già da Tertulliano, II secolo, sulla base di richiami anticotestamentari), e figure emblematiche di viandanti. Ma in Piemonte la storia presenta aspetti particolari, legati a uno specifico pellegrinaggio con le (presunte) spoglie degli eruditi extracomunitari.

Come noto i resti, giunti a Milano da Costantinopoli nel 344 e conservati in un sarcofago della chiesa di Sant’Eustorgio, vengono sequestrati da Federico Barbarossa, che nel 1164 incarica l’arcicancelliere Rainald von Dassel, arcivescovo di Colonia, di portarseli a casa. A un sovrano come il Barbarossa i Magi piacciono molto, e non solo per la fame di reliquie dilagante al tempo: da un lato appaiono figure di re devotissimi ma di stile un tantino autonomo, come Federico stesso nei rapporti col pontefice; dall’altro richiamano con tanto di fascino esotico a quell’Oriente di vocazione cristiana che Federico inseguirà persino come crociato (finendo con l’affogare nel fiume Saleph – o Göksu, in Cilicia – in circostanze rimaste non chiare, 10 giugno 1190). Comunque sia, Rainald provvede: delle reliquie Milano recupererà solo qualche pezzetto, e in tempi recenti.


Il rientro a Colonia, però, è in forma di pellegrinaggio tra Lombardia, Piemonte, Borgogna e Renania. In Piemonte, in particolare, il corteo fa tappa a Vercelli, dove le reliquie vengono per qualche giorno conservate dalle parti della chiesa di San Paolo – all’interno dell’edificio sacro o nel convento, non è chiaro – che manterrà per secoli l’emblema con le tre corone. Sappiamo per esempio che esso appariva sulla robusta porta della casamatta (oggi distrutta) sul retro del convento. Ma proprio quell’itinerario piemontese comporterà il fiorire un po’ ovunque lungo la strada di figurazioni e anche insegne di locande con il solito simbolo: e insomma l’atlante dei Magi si allarga simbolicamente dai remoti Orienti fino alle nostre valli.
 

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