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Venerdì, 19 Aprile 2024
Profili di viaggio

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A cura di Emanuela Galleano

Fixeur

Ancora TFF, un film che riflette su informazione e manipolazione


Un giovane tirocinante che lavora in una redazione viene a conoscenza di uno scandalo sessuale sensazionalistico che rappresenta la sua grande occasione per farsi notare e fare carriera nel mondo del giornalismo.

Peccato per quelle piccole e macchinose didascalie a cui il regista non sembra poter fare a meno (e mi riferisco ovviamente al rapporto padre/figlio e al tentativo di ricongiungersi) perchè il secondo film di Sitaru dopo il premiato e ambizioso ILEGITTIM e'un altro duro colpo alla sensibilità e alla psiche dello spettatore. Un dramma contemporaneo tratto da fatti reali di incredibile spessore.
Qui si parla di prostituzione minorile, di giovani ragazze spedite in altri paesi all'insaputa delle loro povere famiglie, del ruolo e della sensibilità dei giornalisti, delle contraddizioni dei media, della competizione sportiva e professionale e di molto altro ancora. Fixeur è un film scritto molto bene che non si perde in inutili lagne ma arriva subito al punto, ovvero a far emergere lo "schifo". Proprio il terreno più duro e spietato viene inserito come una detective-story, in tutta la parte legata all'ostinazione di questo gruppo di giornalisti per avere l'anteprima su una delle prostitute che hanno deciso di denunciare il loro carnefice, finendo così in un altro inferno legato alla protezione e al cercare di rimanere nascoste. Dopo Mungiu, forse il più famoso tra i contemporanei registi rumeni, Sitaru continua anche a lui a battersi per un cinema sociale e di denuncia, un viaggio ambizioso, un cinema teso e morale in cui si scava nell'animo di un paese che grazie alla settima arte si sta piano piano rinarrando mettendo in luce difficoltà e contraddizioni del presente e del passato come si evince da numerose scene in cui la popolazione non sembra accettare di buon occhio gli intrusi "francesi" e la loro ambizione a portare a casa qualcosa che sembra dover appartenere solo alla Romania.

Perchè Fixeur non è tanto e solo il racconto sul giornalismo che manipola la verità e che sembra più legato alle conoscenze e ai favoritismi che non alla meritocrazia, ma parte da queste riflessioni per costruire un semi-saggio sul tema della verità e della conoscenza come scontro continuo con l’etica umana e la deontologia professionale. Ancora una volta sono rimasto sorpreso da come questi registi riescano ad antemporre la riflessività al posto del ritmo. Quando Radu trova infine il modo per parlare con la ragazzina il film raggiunge il suo culmine, mostrando una tredicenne la cui vita è stata forse irrimediabilmente rovinata da ciò che ha passato, capace di comunicare solo attraverso la sua sessualità abusata e proprio da qui da questo incontro che Radu entra in crisi nella sua lotta interiore tra sciacallaggio giornalistico e la morale che lo porta a dover compiere una scelta fondamentale.

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