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Mercoledì, 24 Aprile 2024

Davide Petrizzelli

Giornalista

Per i bimbi meno cognomi, più buonsenso

Si sta lavorando a una nuova legge, speriamo che i politici risolvano anche casi come questi

Quando, circa tre anni fa, ho saputo che sarei diventato papà di una bambina, avendo io un cognome sul lungo andante (Petrizzelli, 11 lettere), tra le prime cose che ho pensato c'è naturalmente la questione del nome. E mi sono posto, in accordo con la mia compagna, un paletto insormontabile: con un cognome così lungo, il nome deve essere corto perché non voglio condannarla a firme chilometriche. Se l'avessi chiamata ad esempio Mariachiara (con tutto il rispetto delle Mariachiara che saluto e abbraccio) l'avrei condannata a una firma di 22 lettere, secondo me troppo impegnativa e dispendiosa. E così abbiamo scelto un nome più corto, di sei lettere come il mio. Insomma, dal mio punto vista (sicuramente sbaglierò e magari chi fa quotidianamente firme chilometriche mi smentirà e si dirà contento di farle) le ho semplificato un pochino l'esistenza. Ma non è di questo che voglio parlare, almeno non così direttamente.

Nei giorni scorsi mi sono trovato a scrivere del caso di una bambina appena nata a cui l'ufficio nascite di Torino ha negato una semplificazione del cognome, o meglio dei cognomi: è stata registrata apponendogliene cinque (a cui si aggiunge il nome, quindi tecnicamente dovrà firmare con sei parole), in pratica tutti quelli dei genitori di origine brasiliana, che hanno provato invano a opporsi chiedendo una semplificazione, magari riducendoli a due (che secondo me sono già tanti ma sicuramente meglio di cinque). Nelle ultime ore siamo stati contattati da una seconda mamma che ci ha raccontato che le è accaduta esattamente la stessa cosa: bambina registrata a dicembre con cinque cognomi e fin qui inutile battaglia della famiglia (compreso il dispendioso ricorso a un legale) per registrarla in modo più corto e semplice, poiché dall'ufficio non ne hanno voluto sapere.

Sicuramente i funzionari dell'ufficio avranno applicato la legge vigente, anche se da quanto ho capito (e anche qui sbaglierò sicuramente) non è così netta e probabilmente c'era il modo di fare in modo diverso senza essere incolpati (ma da chi poi?) di qualche reato. Resto dell'opinione che il buon funzionario pubblico, come il buon appartenente alle forze dell'ordine, debba risultare da una sommatoria di due fattori: rispetto delle regole e leggi, ma anche buonsenso. Se una delle due cose prevale non si sta lavorando bene, in nessun campo. E, in particolare, quando non si fanno torti a nessuno (queste bambine tra 18 anni faranno causa ai genitori perché hanno deciso di tagliare loro qualche cognome? non credo proprio) a mio avviso il buonsenso dovrebbe prevalere, ma tant'è. Diciamo anche che se io dovessi firmare ogni documento scrivendo Davide Petrizzelli Aimo Drogo Martinelli Penna Urso (uso i cognomi dei cronisti di TorinoToday) un po' sarei arrabbiato, per non dire di peggio.

Ultimo discorso: in Parlamento da qualche tempo sono arenati alcuni disegni di legge per consentire l'assegnazione del cognome materno ai bambini oppure di aggiungerlo a quello paterno come avviene in particolare nei Paesi ispanofoni. Tutto giusto, ma potrebbe essere anche una buona occasione per risolvere questioni come quella della semplificazione dei cognomi plurimi (o come in questi casi pluri-pluri-pluri-pluri-plurimi). Speriamo che i politici non ci deludano, almeno in questo (ma anche qui ho i miei dubbi), e scrivano bene la legge, senza creare ulteriori disastri e consentendo alle coppie di dare il cognome (o i cognomi) che preferiscono ai loro bambini. Ho già letto in tal senso qualche amenità, tipo che se i due genitori sono in disaccordo prevarrà automaticamente il cognome che verrà prima in ordine alfabetico, così tra qualche secolo ci troveremo un'Italia piena di persone con cognome Abaco. In ogni caso, se la legge verrà scritta male, speriamo soltanto che i funzionari usino più il buonsenso che la pedestre applicazione delle norme.

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