rotate-mobile

Davide Petrizzelli

Giornalista

Al volante del bus senza patente: il reato non c'è, la figuraccia rimane

In questa vicenda c'è tutto dell'Italia che non funziona

Ok, il reato non c'è. Non facciamo i magistrati e quindi non possiamo che riportare quanto deciso, sicuramente dal punto di vista della giustizia è giusto così e non ci entriamo. L'archiviazione dell'inchiesta sulla bravata di Samuele Bonfanti, il 18enne figlio dell'ormai ex direttore generale di Gtt Gabriele, che dopo l'accaduto è stato allontanato dall'incarico e retrocesso a semplice dipendente (per sua fortuna sta per andare in pensione), non ne cancella però la figuraccia e la storia da italietta.

Per carità, tutti possono sbagliare e forse a 18 anni ancora di più. Però questa vicenda lascia tutto il retrogusto del Paese che non funziona o almeno che non è come piacerebbe a me: un'autista di una società pubblica (cioè nostra) una mattina incontra un ragazzo che lei sa che è privo di alcun titolo e alcuna capacità per guidare su una strada aperta al traffico (cioè nostra) un mezzo pubblico (cioè nostro) e che, evidentemente per deferenza verso il suo principale (non ci vedo francamente nessun altro motivo, perché se glielo avesse chiesto quasiasi altro 18enne avrebbe risposto sicuramente di no), lo lascia mettersi al volante con grosso pericolo per sé e per gli altri. Se fosse accaduto un incidente come lo avrebbero giustificato?

C'è poi il lato del ragazzo, che evidentemente si è sentito titolato a chiedere alla conducente il bus in prestito per farsi un giro all'autista in virtù del suo pedigree nobiliare (all'interno di Gtt): evidentemente nessuno gli aveva spiegato che le cose, in un Paese civile, non dovrebbero funzionare così, con l'aggravante che il bus, che comunque non avrebbe potuto guidare neanche se fosse stato di proprietà del padre, era invece proprietà di tutti noi e serve per un servizio fondamentale che Gtt assicura tutti i giorni. Non entro nel lato del papà (che alla fine, se andiamo a vedere, è quello che ha pagato di più per la vicenda con il siluramento da un incarico prestigioso) anche se, se Samuele fosse mio figlio, qualche domanda me la farei.

Infine, c'è il lato della conducente, che anche lei ha pagato la sua parte: è rimasta a casa, sospesa dal servizio, da aprile allo scorso lunedì, quando è stata reintegrata con altri incarichi (ossia almeno per ora non può più guidare i bus). Anche qui c'è un problema quantomeno culturale, in quanto nella valutazione personale tra rischi e benefici ha prevalso il fare contento il figlio del capo rispetto all'assicurare la sicurezza per i cittadini e nel preservare un bene che è di tutti. Anche qui qualche domanda bisogna porsela.

Si parla di

Al volante del bus senza patente: il reato non c'è, la figuraccia rimane

TorinoToday è in caricamento