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Martedì, 16 Aprile 2024

Belotti è della Roma: "Caro Gallo, non si dice addio così. Ma buona avventura con Mou"

Nonostante la lunga e toccante lettera di addio

Prima la cronaca di un evento annunciato da mesi. Annunciato da un lungo silenzio che aveva di fatto già preparato i tifosi del Toro al suo addio: da ieri, sabato 27 agosto 2022, Andrea Belotti può considerarsi un giocatore della Roma. 

Finisce dopo sette anni la sua avventura in maglia granata. Ieri sera, quando i tifosi granata festeggiavano la vittoria a Cremona e un primo posto in classifica, che non fosse alla prima giornata di campionato, che non accadeva da tempo (da cinque anni. E c'era il Gallo...), ecco il suo post, apparso su Instagram, e che vi riportiamo integralmente, come è giusto che sia:

“Caro Toro, cari tifosi del Toro, è difficile per me spiegare quello che abbiamo vissuto insieme in questi 7 anni. Sono arrivato che ero poco più di un ragazzino e giorno dopo giorno sono cresciuto, basandomi sui valori che questa squadra rappresenta.
Ho cercato di tirare fuori tutto quello che avevo dentro, in ogni allenamento e in ogni partita, per provare a ripagare l’amore che mi avete dimostrato.
Abbiamo sofferto, gioito ed esultato insieme. Ci siete sempre stati, in ogni situazione. Voglio dirvi un enorme GRAZIE.
Grazie per quello che avete fatto per me, grazie per come mi avete fatto sentire, perché, anche nei momenti più duri, io sapevo che voi c’eravate sempre e comunque. Il vostro affetto mi spingeva a dare sempre di più.
Non so se sono riuscito a ripagare tutto ciò che avete fatto per me, ma una cosa è certa, nel mio cuore ci sarete sempre.
So che il mio silenzio, in tutto questo tempo, vi potrebbe aver ferito e vi chiedo scusa per questo, ma ci sono state situazioni che mi hanno portato a fare così.
Il mio pensiero è stato sempre quello di proteggere questa maglia e questi colori.
Ringrazio tutte le persone che hanno fatto parte di questo lungo percorso, di ognuno ricordo qualcosa che è entrato nel mio bagaglio di vita e in un modo o nell’altro mi ha fatto crescere.
Auguro il meglio ad ognuno di voi.
Ci sono ricordi che rimarranno indelebili: la fascia di capitano, la magia del 4 maggio, la curva Maratona che urla il mio nome.
Ora, me ne vado da uomo, da padre di famiglia, consapevole di aver dato tutto me stesso in questi anni.
Non sarà mai un addio, perché per me Torino rimarrà sempre casa. GRAZIE di TUTTO”.

Il pensiero di un tifoso: "Caro Gallo, hai sbagliato tutto. Non si dice addio così"

E poi il pensiero mio e, da quanto si legge tra i gruppi granata e in queste prime gare di campionato al Brianteo, al Grande Torino e allo Zini, di tantissimi altri tifosi granata. 

Del "Gallo" rimarranno tanti ricordi belli. Peccato, potevi diventare la "bandiera delle bandiere" granata. Ma è anche vero che il calciatore è una professione e tu hai il diritto di andare a giocare in una società più forte e ambiziosa del Toro. Ti sei scelto quella per certi versi con una tifoseria calda e passionale come la nostra. Ma decisamente più critica e che fa in fretta a "scaricare" un giocatore e a metterlo nell'angolino. Troverai Mou, uno dei più grandi allenatori ad oggi presenti in Italia.

Permettimi di dire che hai però sbagliato tutto. No, non per la tua scelta. Che, ripeto, è giusta e doverosa. Hai sbagliato a non dirlo subito: anche se avessi deciso di andare alla Juventus, era doveroso che la tua gente lo sapesse. Non c'era bisogno di dire la società per la quale avresti poi giocato le stagioni a venire. Era però segno di rispetto. Visto che dici che al Toro sei cresciuto, sei diventato uomo e che ti rimarrà per sempre nella mente e nel cuore l'urlo della Maratona dopo ogni tuo gol segnato. 

E dato che nella lettera non fai cenno alla società, non la ringrazi chiaramente, è quasi certo che qualcosa tra te e la dirigenza si sia rotto. Il quando lo ipotizzo, ovvero post Wolverhampton, spareggio per l'ingresso in Europa League. Il giocattolo "quasi perfetto" di Mazzarri si era rotto. E, di riflesso, il Toro. Ma tu eri rimasto, illudendoci che potessi essere tu, ancora una volta, il traino per gli anni a venire. Anche quando per due anni di fila abbiamo rischiato di andare in B. 

In campo ci hai salutato con una tripletta ad Empoli. Che aveva nuovamente illuso i tifosi per come avevi esultato: "Uno così rinnova. Non può andare via".

Contro la Roma, l'ultima dell'anno scorso, non hai detto nulla. Non hai fatto nulla. Un gesto, un qualcosa che potesse farci capire. Iludendoci ancora una volta. 

Inutile chiedere scusa, sperando nel "perdono del tifoso innamorato". Parli di situazioni che ti hanno portato a fare così. 

Adesso che si è consumata la separazione, perché non dici apertamente tutto? Sarebbe l'unica cosa da fare. Altrimenti, caro ex capitano, hai davvero sbagliato tutto. Perché non si dice addio così.

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