rotate-mobile

Ho un sogno nel cassetto: il rinnovo del "Gallo" con il Toro. Senza clausole e condizioni: a vita!

Possibile "parametro zero" nel febbraio prossimo

Ogni tifoso di calcio ha un sogno nel cassetto. Chi più ambizioso, chi più modesto. 

Il mio è quello di leggere, sui profili social e sul sito internet del Torino che il "Gallo", al secolo Andrea Belotti, abbia firmato il rinnovo del contratto. A vita. Senza condizioni. Senza clausole. 

Comprendo le sue perplessità. È innegabile: squadra incompleta, promesse al momento non mantenute su una squadra competitiva magari con velleità europee. Una squadra forte. Che rompa i coglioni a mezza Italia, andando a imporre il gioco, facendo punti e diventando insidiosa per quasi tutte. 

E comprendo anche il fatto che sia un fresco vincitore del campionato europeo di calcio.

E, ancora, comprendo anche la sua voglia di cimentarsi in un altro club, straniero o italiano cambia poco. Magari per lottare per lo scudetto, per una coppa, per un posto Champions. 

Tutto vero. Ma c'è un però. E ci sono tre esempi su tutti che mi riportano ad un calcio genuino, fatto di cuore, senso di appartenenza e rispetto verso una tifoseria: Giorgio Ferrini, Antonio Di Natale e Gigi Riva. 

Giorgio Ferrini è "il capitano" per antonomasia del Toro: 16 anni in granata, 12 da capitano, 443 presenze, 42 reti, 2 Coppe Italia con il Toro e un europeo vinto con l'Italia, oltre ad uno scudetto vinto come vice di Radice l'anno successivo alla fine della carriera di calciatore. 

Il secondo, nel 2004, decise di accasarsi all'Udinese, rimanendoci per i successivi 12 anni. Realizzando 191 reti in campionato e vincendo per due anni consecutivi il titolo di capocannoniere e diventando vicecampione d'Europa con l'Italia nel 2012. 

Gigi Riva, invece, è stato al Cagliari 13 anni, ha vinto uno scudetto con i sardi nel 1969-70, è stato campione d'Europa con l'Italia nel 1968 e vicecampione del Mondo nel 1970, e vincendo anche il titolo di capocannoniere. 

Di occasioni per migliorare la loro carriera, e di vincere, entrambi ne hanno avute tante. Ma hanno scelto il cuore. Una società. Una tifoseria. E non parlo di progetto, parola che sinceramente non mi piace, specie in un calcio dove il vero protagonista è solo il Dio denaro. 

Sicuramente Belotti a fine mese non annuncerà nulla - in fondo, in tutti questi mesi non ha mai detto ufficialmente cosa volesse fare, rimanendo sempre nel vago - e quasi certamente a febbraio sarà libero di accasarsi altrove. Per l'ennesimo parametro zero perso dal Toro. Ma questo, a differenza di Sirigu e Nkolou, farebbe davvero male. 

Perchè si parla di Andrea Belotti, 210 presenze con il Toro e 92 reti. Il capitano del Torino. Un giocatore che è entrato nel cuore dei tifosi, in particolare quelli più giovani, grazie al tuo modo di esultare dopo ogni rete. Dopo quelle rovesciate pazzesche al Sassuolo. 

Uno che sarebbe in grado di frantumare il record di reti in maglia granata di Paolo Pulici. E chissà, magari, di portare in dote al Toro un trofeo. E di essere idolatrato anche quando sbagli gol a porta vuota. Anche quando non segni per 5,6,10 partite di fila. Cosa che da altre parti, purtroppo, non ti sarà concesso.

E io ci spero. In barba al Dio denaro...

Si parla di

Ho un sogno nel cassetto: il rinnovo del "Gallo" con il Toro. Senza clausole e condizioni: a vita!

TorinoToday è in caricamento