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'Dimenticati A Domicilio', senza scuola aumentano ansia e depressione: l'appello dell'Ordine degli psicologi

Un forte richiamo sul disagio psicologico di bambini e ragazzi

Gli psicologi e le psicologhe del Piemonte, proprio come altri colleghi in tutta Italia, sono molto preoccupati per gli effetti della chiusura protratta della scuola e per quelli che il confinamento dentro le mura domestiche ha sulla salute mentale dei bambini e dei ragazzi. Molti studenti, dopo più di 170 giorni in cui una classe non si riunisce tutta insieme hanno dato un nuovo significato all'acronimo DAD, che da didattica a distanza è diventato Dimenticati a Domicilio. Ricordano, inoltre, come proprio l'OMS afferma che la salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza dello stato di malattia o di infermità.

Fra i ragazzi costretti a casa c’è un senso diffuso di stress, nervosismo, irritabilità e depressione.  L'ultima analisi che il Consiglio Nazionale Ordine Psicologi (CNOP) ha svolto per il Ministero, che ha coinvolto gli alunni dalla materna alle superiori e anche i genitori ha confermato che la pandemia ha "scatenato disagi - dichiara il Dottor David Lazzari, presidente del CNOP - che velocemente si trasformano in disturbi. La didattica a distanza acuisce i pericoli, non ne abusiamo con leggerezza”.

Viene evidenziato come i giovani siano una categoria a rischio a causa degli effetti di una protratta restrizione che coivolge l'apprendimento, la socialità, la crescita psicomotoria, l'espressione degli affetti e delle emozioni, la sperimentazione delle autonomie, la costruzione di un pensiero critico e la capacità di comunicare, lo sviluppo della percezione di sè.

I dati

Il CNOP cita uno studio recente, svolto nel corso del 2020 dall'Associazione di Psicologi “Donne e Qualità della Vita”. Su un campione di 600 soggetti tra i 12 e i 19 anni, risulta che 1 su 3 ha sviluppato un disturbo di tipo ansioso-depressivo che si manifesta attraverso gesti autolesionistici, tentativi suicidari, disturbi del comportamento alimentare, disturbi da attacco di panico, fino ad arrivare a stati dissociativi importanti accompagnati da depersonalizzazione e derealizzazione.

Questi dati sono in correlazione diretta con il fatto di non recarsi fisicamente a scuola. A questo studio si aggiungono quello del Gaslini di Genova e dell’Istituto Mario Negri di Milano e del Regina Margherita di Torino, in cui è stato evidenziato l’aumento dei tentativi di suicidio e dei suicidi compiuti nell’ultimo anno. 

Studi recenti esplorano gli effetti dell’isolamento, della quarantena e del distanziamento sociale. Uno di questi (Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry, novembre 2020) sottolinea che I bambini e gli adolescenti hanno probabilmente maggiori probabilità di sperimentare alti tassi di depressione e molto probabilmente ansia a causa dell'isolamento forzato.

I rischi

Dalla letteratura emerge inoltre un aumento della violenza domestica ed un maggior rischio di suicidi/tentativi di suicidio (Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry). Prima che esplodesse la pandemia, eminenti professionisti della salute mentale di tutto il mondo mettevano in guardia dai rischi importanti di una massiccia esposizione alle nuove tecnologie soprattutto per le giovani generazioni. Nella migliore delle ipotesi si fa riferimento alla perdita di abilità demandate alla macchina, abilità di tipo cognitivo inerenti la capacità di fare memoria; nella peggiore si parlava di individui disadattati, marginali, isolati, incapaci di intessere relazioni, e con sviluppo di disturbi di personalità gravi.

"Le emozioni e i sentimenti - spiega David Lazzari - si costruiscono con l’interazione e la relazione reale. In questa situazione la paura spopola, sia in quanto emozione, sia perché trova spazio facilmente nel proprio mondo (mura domestiche e spazio interno) isolato e separato. Quello che i ragazzi vivono trova riscontro nel mondo circostante che apre al consumo e non allo studio. La chiusura della scuola, contemporanea alla riapertura delle attività commerciali, trasmette ai ragazzi disattenzione nei loro confronti se non come consumatori. Si sottovalutano le conseguenze del disinvestimento sulla dimensione di crescita, se non esclusivamente in termini di soggetti abilitati a spendere denaro. Il mantenimento delle scuole chiuse toglie ai ragazzi un luogo di confronto dove potersi immaginare attori del loro futuro, e dove essere sostenuti nel poterlo pensare e diventare”.

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