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A Torino sempre meno vigili del fuoco e costretti a turni difficili: i sindacati chiedono un incontro al prefetto

Si teme un'ulteriore riduzione con i pensionamenti che avverranno nei prossimi due anni. Ma l'organico è già ridotto all'osso

I vigili del fuoco di Torino e provincia sono ridotti all'osso ed è necessario fare qualcosa per continuare ad assicurare tutti gli interventi e, nel contempo, evitare al personale turni massacranti e richiami da riposi e ferie. Questo il senso di una lettera inviata al prefetto Raffaele Ruberto e al comandante provinciale Agatino Carrolo dai segretari provinciali dei sindacati Michele Saccoccia (UilVvf), Alessandro Cuccia (Conapo), Salvatore Di Venti (Confsal Vvf) e Luigi Ambrosi (Fns-Cisl).

"L'ultimo periodo - scrivono - ha visto la città di Torino protagonista di eventi di portata internazionale, originando un grande flusso di turisti verso la nostra città ed ha inevitabilmente determinato un vertiginoso aumento di lavoro straordinario per il personale del comando di Torino che ha dovuto fronteggiare una situazione fuori dall'ordinario con un enorme dispiego di uomini e mezzi a presidio di tutta l'area metropolitana. Negli ultimi mesi siamo stati chiamati più volte a discutere con i dirigenti provinciali materie riguardanti il dispositivo minimo di soccorso, argomento questo ormai prioritario al fine di razionalizzare le risorse e le specializzazioni per poter dare risposta a tutta la cittadinanza H24.
Gli ultimi due anni, e sino almeno al 2024, si registrerà il pensionamento di oltre 150 persone, tutti esperti qualificati spesso specialisti quali Nbcr, sommozzatori, autisti, ecc., ma alla loro quiescenza non coincide un rimpiazzo proporzionato a tali cifre".

Visto che lo stato di emergenza è ritenuto non più prorogabile, "riteniamo sia giusto da parte nostra, alla luce dell'impegno che ogni giorno assolviamo a salvaguardia della cittadinanza denunciare con forza la situazione al collasso che vive il comando provinciale dei vigili del fuoco di Torino. Basta consultare gli archivi per rendersi conto, al netto anche delle legittime leggi speciali che scaturiscono in una migrazione verso altri comandi, del costante ridimensionamento di unità presso il comando negli ultimi 20 anni richiedendo però al personale di adempiere a compiti sempre più speculari allo sviluppo delle tecniche volte a fronteggiare scenari interventistici sempre più complessi rispetto al passato. Gli uomini e le donne del comando di Torino sono costretti ogni giorno a lavorare con mezzi talvolta vetusti e sottoposti a carichi di lavoro di una portata che va ben oltre la media Italiana arrecando non pochi rischi alla salute del personale di fronte ai quali non possiamo restare a guardare".

Ci sono poi le statistiche, che per la provincia parlano quasi da sole: "Teniamo a ricordare che la città di Torino vanta il record negativo di città con meno sedi permanenti per abitanti e per chilometro quadrato, se a tale contesto si aggiungono le statistiche relative alla reale presenza del personale volontario dislocato in oltre 40 distaccamenti sul territorio a supporto dei permanenti il quadro è completo. La carenza di vigili ha raggiunto ormai le 100 unità, i funzionari tecnici registrano una carenza del 70% e il personale amministrativo almeno del 40%, a fronte di un aumento continuo di lavoro e nuove competenze amministrative a cui far fronte. Questa emergenza dichiarata e registrata porta il comandante a dover ricorrere all’unica cosa possibile, movimentazione di personale verso la sede centrale, eliminando l'unità logistica, prevedendo in particolari situazioni di emergenza il declassamento delle partenze ordinarie da cinque a quattro unità presenti nei distaccamenti provinciali ed alla razionalizzazione del diritto alla fruizione delle ferie spesso attraverso la cancellazione delle stesse d’ufficio".

Alla luce di tutto questo, i vigili del fuoco chiedono al prefetto "un incontro volto ad approfondire la nostra denuncia al fine di sensibilizzare l’amministrazione centrale nell’assegnazione di un numero adeguato di personale in tutte le mansioni e qualifiche e che ci permetta di poter tornare a garantire un servizio dignitoso alla cittadinanza e il giusto recupero psico fisico a tutte le lavoratrici e lavoratori".

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