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Via Genova tenta di tornare alla normalità: riaperti i negozi, ma per la rimozione delle gru si deve attendere

Un minuto di silenzio in Sala Rossa

La gru è ancora lì, in mezzo alla strada a bloccare la carreggiata, e ci rimarrà fino a quando l'autorità giudiziaria non avrà acquisito tutti gli elementi necessari per comprendere la dinamica che ha portato sabato 18 dicembre al crollo. Crollo tragico perché ha causato la morte di tre lavoratori: Marco Pozzetti, 54 anni di Carugate; Roberto Peretto, di 52 anni di Cassano d'Adda; Filippo Falotico, 20 anni, di Torino. Vittime che sono state commemorate in consiglio comunale con un minuto di silenzio.

I tempi della rimozione dei mezzi che si sono schiantati al suolo non sono chiari, ma lentamente via Genova sta cercando di tornare alla normalità ed ecco che oggi, lunedì 20 dicembre, alcune attività commerciali hanno potuto rialzare le serrande. "I commercianti ci hanno chiesto con molta delicatezza e attenzione se avessero potuto riprendere la loro attività", ha spiegato Gianna Pentenero, assessora al Lavoro del Comune di Torino, durante il suo intervento in Sala Rossa. 

Si tratta di negozi che si trovano sotto i porticati di via Genova e che affacciano direttamente sul cantiere che è stato sequestrato. "C'è stato un sopralluogo tecnico di vigili del fuoco, periti e polizia locale", ha continuato Pentenero, "e si è convenuto di riaprire alcune attività". A rimanere chiuse saranno le attività che si trovano nel tratto dei portici che sono stati giudicati inagibili che sono quelli tra i civici 110/C e 112/A a est e 111/A e 115/A a ovest. Tutto il resto del tratto e i relativi esercizi commerciali sono liberi di aprire. 

Per la rimozione della gru invece i tempi sono più lunghi, prima l'autorità giudiziaria dovrà terminare le proprie valutazioni. "Al più presto gru e autogru che oggi invadono l'intera superficie stradale dovranno essere allontanate. Ciò vuol dire interventi pesanti per i quali il traffico dovrà essere bloccato e il sequestro riguarderà l'intera zona", ha concluso Pentenero. 

Sarà in quel momento che il simbolo della ferita dolorosa che sta vivendo la città verrà portato via: "La Città porta già con sè delle ferite molto profonde che hanno cambiato significativamente la storia e il contesto dei settori ai quali facevano riferimento le singole attività", ha detto Pentenero riferendosi al rogo del cinema Statuto e a quello della Thyssen. Tragedie che portarono a una rivoluzione in tema di sicurezza nei rispettivi ambiti di lavoro, l'auspicio, per evitare che quelle tre morti siano invane, è che lo stesso possa accadere anche in questo caso. 

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