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Uno Editori dice no al green pass e si ritira dal Salone del Libro: "Per dire no a un sistema repressivo e coercitivo"

L'annuncio sui social

Continuano le proteste contro il green pass. Anche, un po' inaspettatamente, in ambito letterario. Uno Editori ha infatti annunciato di aver ritirato la sua partecipazione al Salone del libro di Torino. Motivo: la casa editrice torinese in sostanza dice no alla certificazione verde che a ottobre, dal 14 al 18, durante la kermesse, come da disposizioni governative, sarà obbligatoria. 

"La vita inizia dove finisce la paura! - scrive sui social Eusebio Prabhat, fondatore della casa editrice in questione - Questo è il tempo del coraggio, delle scelte difficili, scomode, non comprese, osteggiate dalle masse, ma necessarie. La vita non si fonda sulla parola, spesso effimera e danneggiata da sistemi di pensiero appesantiti da secoli di condizionamenti sociali, ma sull’azione consapevole che nasce da una visione utopistica del mondo e della collettività". E così annuncia: "Ho quindi deciso, in accordo con altri editori, di rinunciare alla nostra partecipazione al Salone internazionale del libro di Torino. Rinuncio all’acconto dato per l’acquisto dello spazio e agli incassi dei cinque giorni di fiera e a dare lavoro a tutte le persone coinvolte in questi anni per la gestione dello stand".

E poi ne spiega i motivi: "Per rispettare uno dei valori più elevati e sacri dell’universo, la libertà, non quella decantata dai politici o dai filosofi, ma la libertà di coscienza, da cui derivano tutte le altre; per dire no, a un sistema repressivo e coercitivo!  Per essere d’esempio, per le prossime generazioni e attenuare gli effetti della sociopatia dilagante di questa era, la falsa pandemia". Prabhat non ha mai fatto segreto di aver partecipato alle manifestazioni no vax in piazza, a Torino, contro vaccino e green pass. 
 

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