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Domenica, 10 Dicembre 2023
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Vaccini anti covid, al via in Piemonte i test sierologici per verificarne l'efficacia

Tariffe low cost per i cittadini

In Piemonte stanno per partire i test sierologici per verificare l'efficacia dei vaccini anti covid. Verranno eseguiti sul personale sanitario, ma anche i cittadini potranno sottoporvisi farli a tariffe contenute. Lo hanno spiegato i direttori generali della Città della Salute di Torino, Giovanni La Valle, del San Luigi di Orbassano, Claudio Baccon e del Mauriziano Maurizio Dall’Acqua, in un’audizione in Regione del gruppo di lavoro sulla gestione dell’emergenza sanitaria, presieduto da Daniele Valle.   

A Domenico Rossi (Pd), che ha chiesto se le aziende sanitarie abbiano previsto test sierologici sul personale sanitario vaccinato, i direttori di Città della Salute e Mauriziano hanno appunto risposto affermativamente: “Sono in corso degli studi per verificare la risposta immunologica al vaccino e capire se e quando sarà necessario sottoporsi a richiamo. Per i cittadini al momento il test può essere eseguito solo a pagamento, ma le aziende applicano tariffe basse per consentire a tutti di poter accedere alla prestazione”.

Alcuni dati sulle tre ondate

Nel corso dell'audizione sono poi è stata resa nota una serie di dati riferita alle tre ondate. Nei presidi di Città della Salute, nella prima sono stati aperti progressivamente 17 reparti covid con circa 200 posti letto, 19 nella seconda, 18 nella terza, con un tasso di occupazione che è andato dall’85 al 99 per cento. Al San Luigi di Orbassano nella prima fase il 50 per cento dei posti letto è stato riconvertito in covid e quelli in terapia intensiva sono passati in due settimane dagli 8 a regime a 24; il picco di posti letto occupati è stato di 250 su 380 complessivi nel mese di novembre. Situazione analoga al Mauriziano, dove nella prima fase l’intero blocco operatorio è stato trasformato in rianimazione e si è arrivati al 60 per cento di posti letto occupati da pazienti covid. 

“Nella prima ondata abbiamo dovuto affrontare molti problemi legati all’eccezionalità dell’evento sul piano logistico e organizzativo - è stato spiegato - a partire dall’individuazione di percorsi separati per pazienti covid e non, la conversione di reparti ordinari in reparti covid, la carenza di personale e di dispositivi di protezione individuale all’interno delle strutture. Le ondate successive invece, ci hanno trovati più preparati, grazie a interventi strutturali e percorsi consolidati, procedure di sicurezza e Dpi, ma sono continuati i problemi nella gestione dei flussi dei pazienti. È stato inoltre possibile - hanno concluso -  ridurre in misura inferiore l’attività chirurgica ordinaria. Il forte arresto dell’attività di screening fa invece prevedere un aumento dei casi di patologie oncologiche nel prossimo futuro”.
 

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