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Aurora, associazioni scrivono alle istituzioni: "Tempo scaduto, situazione sempre più fuori controllo"

"Gli interventi che vi chiediamo hanno natura di urgenza, i cittadini sono al limite della sopportazione e abbiamo serie ragioni per essere molto preoccupati di un’evoluzione esplosiva per questa situazione"

Associazioni e Comitati, che da due decenni lavorano a stretto contatto con la realtà del territorio di Aurora e Porta Palazzo, scrivono oggi una lunga lettera alle istituzioni di Torino dopo la vicenda “dell’uomo col machete” che le associazioni definiscono: "L’immagine che descrive in sintesi una situazione non governata, è necessario comprendere fino in fondo le dinamiche socio economiche che caratterizzano un territorio che sono lasciate a sé stesse". "Lo spirito che anima questa lettera – dicono - non è di polemica, ma costruttiva e di riflessione, contiene l’invito ad incontrarci in Aurora per ulteriori approfondimenti e per un costruttivo dialogo, anche per dare un segnale di attenzione al territorio". Tra i destinatari della missiva, oltre al questore e al comandante provinciale dei carabinieri, figurano anche il sindaco Stefano Lo Russo e il prefetto di Torino, Raffaele Ruberto, che mercoledì sono intervenuti sul tema della sicurezza nelle periferie dopo l'episodio in Aurora.

“Situazioni di disagio urbano stanno diventando un vero e proprio trend”

I firmatari della lettera (Associazioni e Comitati Riuniti di Porta Palazzo, ARQA Associazione Riqualificazione Quartiere Aurora, CCQA Comitato Cittadini Quadrilatero Aurora, Comitato Spontaneo Aurora e Comitato Un'Aurora per tutti) spiegano: "Il problema vero è che non si tratta di una novità o di un fatto episodico, ma situazioni di disagio urbano riconducibili alla tipologia in oggetto stanno diventando un vero e proprio trend: conflitti con passaggio a vie di fatto, risse a bottigliate e accoltellamenti sono più frequenti di quel che dall’esterno si può percepire: all’origine del diverbio sottendono spesso motivazioni connesse col controllo del territorio e delle piazze di spaccio della zona, e non raramente se ne aggiungono di ulteriori anche per altri futili motivi”. A riprova di quanto scritto nella lettera di tre pagine, le associazioni citano sei episodi accaduti in un mese, solo tra aprile e maggio. “Il che dimostra che quando si permette di costruire delle enclave o dei luoghi in cui si lasciano insediare in gran numero situazioni problematiche e sconosciute non si può non ottenere come risultato una pericolosa deriva conseguente alle dinamiche lasciate a sé stesse". 

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"Chiediamo risposte tanto democratiche quanto ferme e concrete"

"Allo stato attuale per contrastare il disordine urbano, il vandalismo e i comportamenti antisociali occorrono gli interventi, anche contingibili e urgenti ed anche da parte della città", dicono le associazioni che insistono, "senza voler criminalizzare un’intera categoria di lavoratori onesti", nel sostenere con forza che certe tipologie di esercizi di vicinato sono in gran parte causa ed effetto di tale situazione "perché camuffando attività di vendita in vere e proprie illecite somministrazioni, sono diventati punti di ritrovo per soggetti dediti ad attività devianti e criminose e non è un caso se gli episodi di cronaca sopra descritti sono accaduti in prossimità di tali esercizi commerciali". Secondo gli scriventi, presso tali esercizi molte persone consumerebbero alcolici e superalcolici, per lo più in gruppo, direttamente sui marciapiedi antistanti le attività, con conseguente alterazione del comportamento dovuta all’assunzione di alcol in maniera massiccia e continua. "Pertanto, non c’è da stupirsi come un numero spropositato di soggetti dipendenti dal meccanismo del bere compulsivo, che si trovano in questa condizione fisica e psichica in mezzo alla strada, possano dar vita a situazioni che sempre più spesso degenerano in veri e propri problemi di ordine pubblico e di degrado dei normali rapporti civili". "Al fine di prevenire e di eliminare i gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica, ossia l’integrità fisica della popolazione, e la sicurezza urbana, ovvero prevenire e contrastare l’insorgere di fenomeni criminosi o di illegalità, quali lo spaccio di stupefacenti, chiediamo risposte tanto democratiche quanto ferme e concrete ad un problema come quello della sicurezza urbana e cioè il diritto dei cittadini di ricevere la piena legittimazione del tema della sicurezza e il suo definitivo accoglimento come punto qualificante da parte delle Istituzioni cittadine", continuano le associazioni.

"Una collettività cittadina ha il diritto di sentirsi protetta dalle Istituzioni"

Si legge ancora nella lettera: "Aurora è stata negli ultimi anni e lo è tuttora una fucina di progetti social culturali e di investimenti privati di riqualificazione urbana, ma a questi non può essere affidata la soluzione del problema della sicurezza urbana in cui la dimensione della politica ha un peso decisivo e anche il pensiero che il fenomeno debba essere affrontato solo attraverso la prevenzione sociale, l’educazione e la cultura non è sufficiente e non può sostituire integralmente il qui e l’adesso e il soprattutto l’affrontare il fenomeno a livello politico; debbono emergere con forza nuove coraggiose sfide, non può essere sdoganato il concetto del contrasto con l’impaccio e le reticenze di sempre. I vincoli ideologici hanno inibito per lungo tempo una gestione efficace della comunicazione in materia di sicurezza dimenticando una nozione sociologica fondamentale che deve essere intesa come il sentimento di una collettività cittadina che ha il diritto di sentirsi protetta dalle Istituzioni". 

“Molto preoccupati di un’evoluzione esplosiva della situazione”

"Il Sindaco dispone dei poteri attribuitigli in materia di sicurezza urbana, può adottare ordinanze contingibili e urgenti, per esempio disponendo la chiusura e il ritiro della licenza delle attività recidive, vietare la vendita delle bevande refrigerate, limitare gli orari, dilatare i tempi di chiusura temporanea. Tutti questi anni di militanza sul territorio ci hanno insegnato che la sicurezza è un sistema complesso che non ammette improvvisazioni né pressapochismi, non tollera scorciatoie e soprattutto non accetta più interventi di facciata, al contrario, indica inequivocabilmente che occorrono nuove norme e un generale miglioramento della collaborazione tra le istituzioni chiamate a garantirla e impone una rilettura del ruolo e delle funzioni del governo locale, un dialogo costruttivo per un piano coordinato per una nuova pianificazione dei presidi delle forze dell’ordine che si rendono fondamentali ed indispensabili proprio nelle attività di governo dei territori condotte. Gli interventi che Vi chiediamo hanno natura di urgenza, non possono più attendere, anzi il tempo è scaduto, i cittadini sono al limite della sopportazione e abbiamo serie ragioni per essere molto preoccupati di un’evoluzione esplosiva per questa situazione oramai e sempre di più fuori controllo", concludono gli scriventi. 
 

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