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Martedì, 23 Aprile 2024
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Disabile rischia di finire in mezzo alla strada: "E mi hanno anche tagliato il punteggio per la casa pubblica"

Vive con la sua pensione di invalidità ed è sotto sfratto: presenterà un nuovo ricorso per il rinvio

Dal 2019 attende che le venga assegnata una casa pubblica, necessaria visto il suo stato di disabilità, ma dal prossimo 28 gennaio 2022 rischia di rimanere senza un posto dove stare perché lo sfratto che ha ricevuto, da un piccolo appartamento a due passi dalla fermata della metropolitana Monte Grappa a Torino, diventerà esecutivo. Nel frattempo l'ufficio casa del Comune le ha anche ridotto il punteggio per accedere all'edilizia pubblica, da 14 (il massimo) a otto punti "sostenendo che sono in una situazione di morosità colpevole da dieci mesi".

La vicenda è quella di Safae Bellet, 29enne italiana di origine marocchina con una laurea triennale in psicologia e una disabilità che la costringe sulla sedia a rotelle. La giovane è assistita dall'avvocato Monica Grosso, che entro il 19 potrà presentare ricorso, l'ennesimo, contro l'esecutività dello sfratto, che ha già avuto diversi rinvii nella speranza che la situazione si risolvesse. Senza contare che la casa dove abita non è per nulla adatta a lei: "Da due anni sono costretta a uscire solo per le cose strettamente necessarie, perché ci sono le scale ed è troppo difficoltoso".

Al momento, il Comune le ha proposto solo una soluzione abitativa all'interno di una comunità (indicata dagli assistenti sociali che l'avevano giudicata idonea), ma dopo quattro giorni lei l'ha rifiutata. "Non è adatta a me: non si può avere una vita propria, non si può neanche bere un succo di frutta alle 10 di sera e inoltre costa 370 euro al mese. A quella cifra tanto vale pagare un affitto". Un affitto che però non trova, perché, vivendo solo della sua pensione di invalidità, non riesce a trovare un appartamento che sia compatibile con le sue condizioni di disabilità. "Senza contare che molti affittuari mi dicono che la mia sola pensione non basta come garanzia", chiosa la giovane.

Il Comune riserva il 20% delle assegnazioni di urgenza a situazioni di disabilità come la sua. Ma chiaramente la penalizzazione nel punteggio (che però non riguarda l'urgenza, ma le assegnazioni ordinarie) rischia di farla scivolare ulteriormente indietro in graduatoria. "Non ho un altro posto dove andare - conclude -. Mia sorella, che prima abitava qui, è dovuta andare via perché in questa situazione avrebbe rischiato di perdere i figli e non posso andare a stare da lei. E naturalmente nelle condizioni in cui mi trovo non posso neanche vivere in mezzo alla strada".

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