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Tassisti contro il Governo e le liberalizzazioni: annunciato lo sciopero per il 24 novembre

I taxi si fermeranno dalle 8 alle 22

Tassisti sul piede di guerra. Il 24 novembre i taxi si fermano anche a Torino: sarà il giorno del grande sciopero nazionale proclamato dai sindacati contro le liberalizzazioni. In particolare la categoria protesta contro il Ddl Concorrenza, il disegno di legge che in sostanza apre alla concorrenza per dare più scelta agli utenti, con regole più stringenti per i servizi di taxi e Ncc, ad esempio Uber. Un duro colpo per questa categoria che, dopo oltre un anno e mezzo di pandemia e restrizioni, ha subìto danni economici non indifferenti. 

I tassisti torinesi, come i colleghi su tutto il territorio nazionale, incroceranno le braccia dalle 8 alle 22 "contro la politica collusa con le multinazionali", per "difendere il loro lavoro da chi vorrebbe distruggere il servizio pubblico", per "garantire una tariffa certa, visibile, amministrata" secondo un sistema di regole certe per tutti e "non una giungla in cui vince il più furbo o il più ladro". 

Taxi in sciopero ma cosa prevede il Ddl

Cosa prevede nel dettaglio i Ddl Concorrenza?

  • Ridefinire la disciplina dei servizi pubblici locali, al fine di rafforzare la qualità e l’efficienza e razionalizzare il ricorso da parte degli enti locali allo strumento delle società in house, anche attraverso la previsione dell’obbligo di dimostrare, da parte degli enti medesimi, le ragioni del mancato ricorso al mercato, dei benefici della forma dell’in house dal punto di vista finanziario e della qualità dei servizi e dei risultati conseguiti nelle pregresse gestioni attraverso tale sistema di auto-produzione;
  • ridefinire la disciplina in materia di trasporto pubblico non di linea, anche al fine di adeguare l’assetto regolatorio alle innovative forme di mobilità;
  • incentivare l’affidamento dei servizi di trasporto pubblico locale e regionale mediante procedure di evidenza pubblica;
  • devolvere a procedure conciliative gestite dall’Autorità dei trasporti la definizione di controversie tra operatori economici che gestiscono reti, infrastrutture e servizi di trasporto e utenti o consumatori;
  • rafforzare i controlli in sede di costituzione di nuove società in house da parte delle amministrazioni pubbliche.

"Il Governo deve bloccare le multinazionali che stanno deregolamentando il trasporto pubblico locale non di linea" ha detto Nicola Di Giacobbe, segretario nazionale di Unica Cgil Taxi commentando le norme. "Il ddl - prosegue - non risponde all'urgenza e all'emergenza in atto nel settore. Il Governo deve mettere fuori dal mercato le multinazionali e con la concertazione di arrivi a un riordino delle app tecnologiche. Il Governo ha tempi troppo lunghi e questo sta favorendo le multinazionali che stanno continuando a deregolamentare i servizi. Inoltre serve un intervento che sospenda le attività delle multinazionali che, non dimentichiamocelo, sono degli intermediari tra domanda e offerta in Italia ma che pagano le tasse in altri paesi. Il Governo deve intervenire e non far finta di non vedere".

"L’inserimento nel Ddl è contro ogni logica giuridica ed economica - commenta Claudio Giudici, presidente di Uritaxi, uno dei sindacati della categoria dei tassisti - , in quanto si pretenderebbe di rimettere a logiche di mercato, un settore che, in quanto amministrato come servizio pubblico, a tariffa amministrata, con obbligo di servizio e turnazioni imposte, non può per essenza subire concorrenza da chi a queste regole non è sottoposto. Diversamente, infatti, sarebbe il legislatore stesso a legalizzare un fenomeno di concorrenza sleale a vantaggio di alcuni ed a svantaggio dei tassisti".

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