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Torino, gli infermieri scendono in piazza: "Ci hanno beffati e presi in giro. Spremuti come limoni"

Nel mirino le condizioni contrattuali e di lavoro

Si sentono spremuti e ignorati, così come hanno scritto su un enorme manifesto affisso su un camion che in questi mesi ha fatto il giro di Torino. Sono gli infermieri piemontesi che hanno deciso di incrociare le braccia in segno di protesta. Lo faranno venerdì prossimo, il 28 gennaio, e si troveranno davanti alla sede della Regione Piemonte, l'ente che a loro avviso avrebbe fatto "parole, promesse e zero fatti". 

"Siamo stati beffati e presi in giro da una classe politica che ha saputo spremerci come limoni ma non è stata all’altezza di riconoscere il valore del nostro operato", spiega Francesco Coppolella, il segretario regionale del sindacato NurSind che raccoglie circa 5.000 infermieri in tutto il Piemonte. 

Quel che il sindacato lamenta sono condizioni di lavoro e contrattuali non sufficienti che indurrebbero il personale infermieristico formato in Italia e in Piemonte a emigrare all'estero dove le condizioni economiche sono migliori: "Gli infermieri sono una risorsa rara,  non solo in Italia. Talmente ambiti che anche quelli formati dalle nostre università migrano all’estero, attratti da condizioni di lavoro migliori e stipendi più alti", continua Coppolella. 

"Abbiamo gli stipendi tra i più bassi d’Europa", spiega il sindacalista, "Ci sobbarchiamo a nostre spese l’assicurazione, la formazione e l’iscrizione all’ordine professionale.  Le condizioni di lavoro sono diventate inaccettabili. Da due anni non abbiamo vita al di fuori del lavoro". Rivendicazioni che porteranno in piazza venerdì prossimo, ma garantendo comunque i servizi essenziali. 

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