Torino, 69 farmacie oggi tirano giù le saracinesche: "I nostri sforzi in pandemia non sono riconosciuti"
In totale ci sono 360 farmacie comunali sul territorio torinese
Sono stati in prima linea durante la guerra al covid. Hanno lavorato senza orari e facendo straordinari impossibili da quantificare, hanno accettato di fare aperture straordinarie, di caricarsi l'effettuazione dei tamponi e anche dei vaccini, ma nonostante ciò da sette anni non riescono a ottenere un aumento in busta paga. Sono i dipendenti delle 360 farmacie comunali che operano sul territorio torinese.
Per questo 69 farmacie comunale sul territorio metropolitano di Torino oggi, lunedì 4 aprile, hanno ridotto il servizio o chiuso l'attività aderendo allo sciopero nazionale. Si tratta di aziende che sono sotto il controllo di AFC e ASM, e che sono aderenti ad Assofarm che è l'associazione che fa riferimento alle aziende speciali.
"Scioperiamo perché nonostante la pandemia e i sacrifici che i lavoratori hanno fatto, esponendosi in prima persona, da sette anni non ricevono alcun riconoscimento", spiegano i sindacalisti di Uil TuCS, Fisascat Cisl e Cgil Filcams. Il salario è il primo problema: i privati integrano i sacrifici fatti dai lavoratori con dei bonus; nelle aziende comunali invece il potere di acquisto è dato dalla paga nazionale che è ferma a sette anni fa.
I farmacisti delle farmacie comunali guadagnano tra i 1.350 euro e i 1.400 euro al mese, troppo poco rispetto ai colleghi che operano nel settore privato e che godono anche di una maggiore stabilizzazione. "Dalle aziende municipali negli anni vi è stato un esodo biblico, non si trovano più farmacisti perché passano tutti al privato. La proposta che fanno le aziende pubbliche è fatta esclusivamente da contratti a termine ed è anche per questo che i lavoratori vanno dai privati".