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Torino, in ospedale una sala che crea emozioni: per la riabilitazione di chi esce dal coma

Si trova nell'Unità Spinale della Città della Salute

Inaugurata a Torino la prima sala multisensoriale dell'Unità Spinale Unipolare della Città della Salute. Sarà un luogo dentro il quale verrà fatta riabilitazione alle persone con grave cerebrolesione acquisita. A occuparsene sarà la Struttura di Neuroriabilitazione che è diretta dal dottor Maurizio Beatrici. 

"Sfrutta i cinque sensi. Sono stimolazioni che diamo al paziente di tipo visivo, uditivo, tattile, olfattivo. Il messaggio che viene recepito viene processato a livello mentale, vengono intervistate le memorie e nasce l'emozione", spiega il professor Beatrice, "Le emozioni ci portano avanti nella vita. Ogni cosa che memorizziamo è perché c'è una componente emotiva che c'è la fa ricordare". 

Dentro la stanza multisensoriale dunque vengono ricreate le emozioni che possono far risvegliare qualcosa di tanto speciale a pazienti che sono altrettanto speciali: "Sono pazienti molto particolari perché a seguito di un evento traumatico vanno in coma e quando si allontanano da questo stato hanno un 'clataclisma' esistenziale perché non esiste più il loro mondo interno e anche quello esterno che non è più recepito. Questa è un'arma in più. Entriamo nel mondo dell'emozione, lo facciamo in punta di piedi, ma ne vediamo i risultati". 

Le emozioni vegono riscostruite grazie alla stanza e a un'ambiente aritificiale, ma autobiografico. Per farlo vengono usate fotografie del paziente o anche vengono riprodotti profumi che a lui sono stati cari. "L'obiettivo è ottenere una risposta, che il paziente reagisca rispondendo con movimenti del corpo, variazione della mimica, movimenti o anche il pianto e il sorriso", spiega la logopedista Martina Sordini, "Vogliamo creare una connessione tra il loro ambiente interno e quello esterno in modo da permetterci di poterli aiutare". 

La Sala è costata circa 15mila euro, finanziata dalla Fondazione La Stampa Specchio dei Tempi per 10mila euro e dalla logopedista del Centro dottoressa Martina Sordini, che ha destinato al progetto 5.000 euro, parte di una borsa di studio, che si è aggiudicata proprio in relazione al suo lavoro sulle grandi cerebrolesioni acquisite. Infine un ruolo rilevante ha avuto Engie nel montaggio vero e proprio della Sala stessa. 
 

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