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Il nuovo romanzo dell'ex terrorista Cesare Battisti pubblicato da un torinese: "Ecco perché l'ho fatto"

Giancarlo Caselli di Golem edizioni lo ha incontrato dentro il carcere di Ferrara

"Ho pubblicato l'ultimo romanzo di Cesare Battisti, ma non è un'operazione di marketing. L'ho fatto perché è un bel libro". Giancarlo Caselli, della casa editrice torinese Golem, ci ha raccontato il percorso che, prima, ha portato alla decisione di pubblicare il libro dell'ex terrorista e che, poi, lo ha condotto fino al carcere di Ferrara dove Battisti sta scontando la sua pena. 

Cesare Battisti è stato arrestato in Bolivia nel 2019 ed è stato in seguito estradato in Italia dove sta scontando l'ergastolo per aver commesso quattro omicidi quando era militante di Proletari armati. 'L'ultima duna', il romanzo pubblicato dalla casa editrice Golem, non è il primo romanzo scritto dall'ex terrorista, ma è il primo che viene pubblicato in Italia. 

"Sono entrato in carcere con quattro fogli in mano e una biro che mi ha dato la polizia penitenziaria alla quale devo fare un elogio. È stata un'esperienza estraniante", spiega Caselli, "Mi sono reso conto solo alla fine che dentro la sala colloqui c'era uno specchio dietro al quale ci guardavano e che eravamo chiusi dentro. È un mondo a sé anche per chi entra in visita". 

Di cosa avete parlato nelle due ore di colloquio? "Abbiamo parlato anche del libro, ma chiaramente essendo il primo incontro abbiamo parlato più di lui. Di quel che è stato, di quel che è successo, di quella che è stata la sua vita anche al di fuori dell'Italia". 

Come è nata la decisione di pubblicare questo libro? "Noi abbiamo letto il romanzo senza alcuna preclusione nei confronti della persona ed è un gran libro dal nostro punto di vista, così abbiamo dato la nostra disponibilità a pubblicarlo", racconta Caselli, "La pubblicazione del libro non nasce sull'enfasi del fatto che il personaggio fa discutere e che è stato alla ribalta della cronaca, ma per la qualità della scrittura. Ovviamente c'era da parte mia il desiderio e la voglia di incontrare l'uomo e lo scrittore e così abbiamo iniziato le procedure di accreditamente presso il carcere di Ferrara". 

È un libro autobiografico? "Non è un libro autobiografico nel senso stretto del termine in quanto narra di esperienze che lui non ha vissuto. Nasce dal fatto che ha conosciuto una persona che gli ha descritto i territori e le situazioni che narra nel libro, tra cui la guerra in Siria. È chiaro che le riflessioni che fa il personaggio, Aurelio Bottini, di fronte al vicequestore che lo interroga, sono le riflessioni di Cesare Battisti". 

Non ha paura che il libro possa essere strumentalizzato o politicamente attaccato? "La scelta di pubblicare il libro è stata molto ponderata perché ci prestavamo a due attacchi molto facili, da un lato un attacco politico come fiancheggiatori di un'ideologia; dall'altro un attacco più culturale, ovvero quello di fare un'operazione di marketing attraverso l'ingaggio di un autore famoso con lo scopo di farsi pubblicità. Non ci hanno fermato questi dubbi".

Una scelta, quella di non politicizzare il libro, condivisa anche da Battisti che aveva anche lui deciso di non farsi pubblicare da una casa editrice politicamente schierata per non correre il rischio di far bollare il libro come troppo ideologico. Cosa che avrebbe fatto perdere valore al romanzo. 

Che persona ha trovato? "Difficile rispondere a questa domanda. Lui è una persona estremamente gentile e gradevole, molto intelligente, lucida e colta ed è stata una chiacchierata perfino affascinante. Che piaccia o no, ha fatto parte di un pezzo di storia dell'Italia e poi, in comune con lui ho l'età. Io e lui abbiamo visto le stesse cose nello stesso momento storico, chiaramente con atteggiamenti opposti. In qualche misura riesco a capire il percorso che ha fatto. Non intendo giustificare nulla, ma solo contestualizzare le sue azioni". Caselli di formazione e professione è uno psicologo.  

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