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Benzina e gasolio tornano a sfiorare i 2 euro al litro: ogni pieno costerà 15 euro in più

Una stangata da 450 milioni di euro per le famiglie torinesi e piemontesi

In questi primi giorni dell'anno nuovo, chi usa l'auto abitualmente, si è accorto dell'aumento dei prezzi del carburante. Se con il governo Draghi era stato varato il taglio delle accise con uno sconto di 30 centesimi al litro fino allo scorso novembre, sceso poi a 18 a dicembre, dal 1° gennaio non si gode più di queste condizioni. A Torino e in Piemonte, il costo di benzina e gasolio torna a sfiorare i 2 euro al litro: una stangata da 450 milioni di euro per le famiglie.

I nuovi prezzi

Due euro al litro: è questo il livello che, anche a Torino e in Piemonte, ritornano a sfiorare i prezzi di benzina e gasolio in questi primi giorni dell'anno; la decisione del governo di reintrodurre la quota piena delle accise determina, infatti, un aumento di 30 centesimi su un litro di carburante rispetto allo scorso marzo (quando ci fu il primo taglio delle accise) e di 18 centesimi rispetto a dicembre.

Un'altra stangata da quasi mezzo miliardo di euro per le famiglie piemontesi. Secondo le stime dell'ufficio studi di Confesercenti, in media i rincari incideranno, su base annua, per 300 euro a famiglia rispetto a marzo 2022 e ogni pieno costerà 15 euro in più rispetto a 10 mesi fa. Il ripristino delle accise piene nel 2023 avrà un impatto inflattivo dello 0,4%.

"Considerato che siamo ancora in piena crisi energetica e che la guerra continua -  ha commentato Enzo Nettis, presidente di Faib-Confesercenti, l'associazione dei gestori - , c'è il rischio concreto di nuove impennate delle quotazioni sui mercati internazionali, con ulteriori aggravi per famiglie e imprese.  Invano abbiamo sperato che la riduzione delle accise, pur decisa sull'onda dell'emergenza, potesse diventare permanente e strutturale". 

Ci perdono tutti: consumatori, imprese e benzinai

E spiega ancora: "I gestori  non determinano il prezzo. A loro, a prescindere dal prezzo alla pompa, vanno sempre e soltanto 3,5 centesimi lordi al litro. Con gli aumenti ci perdono tutti: i consumatori e le imprese, ma anche benzinai perché più cresce il prezzo, meno prodotto si vende. Ci aspettiamo un'urgente convocazione dal governo, come promesso dal ministro Gilberto Pichetto Fratin: in ballo c'è il futuro della mobilità del Paese, della logistica e delle persone, oltre quello di 250 mila addetti nelle stazioni di servizio, nella raffinazione e nell'indotto del settore".

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