Torino, la storia di Angelo: la protesi alla gamba, post amputazione, non viene rimborsata dal Servizio Sanitario
Nel 2018 viene colpito da un aneurisma popliteo alla gamba destra
Angelo Clary è un signore di 77 anni di Torino. Nel 2018, la sua vita cambia all'improvviso mentre si trovava ad Imperia: viene colpito da un aneurisma popliteo alla gamba destra.
Di qui il ricovero d'urgenza in ospedale dove, dopo due tentativi non andati a buon fine, il pensionato è stato costretto all'amputazione dell'arto all'altezza della coscia.
“Sicuramente è stato uno shock, soprattutto perché è avvenuto tutto in modo inaspettato. Inoltre, lo stesso problema si stava presentando anche nella gamba sinistra, ma fortunatamente i medici sono riusciti a scongiurarlo. In seguito all’amputazione ho dovuto usare una protesi e imparare nuovamente a camminare, facendo molta riabilitazione. Non è stato facile. Dopo quattro anni, però, ho deciso di fare un cambiamento importante nella mia vita e affrontare una nuova sfida”, racconta Clary.
Nell'autunno scorso, Clary si è affidato all’Officina Ortopedica Maria Adelaide per trovare una protesi di nuova generazione, con tanto di ginocchio elettronico per migliorare la deambulazione ed evitare pericoli durante la camminata ma anche durante l'utilizzo della cyclette.
E qui nasce il problema. Perchè questa protesi costa la bellezza di 30mila euro e il Servizio Sanitario Nazionale "non rimborserà totalmente la cifra. Questo a causa del nomenclatore tariffario delle protesi rimasto fermo al 1999. Ciò significa che accedere a certe tecnologie comporta un costo considerevole a carico del paziente, diversamente da quello che accade in altri Paesi. Di conseguenza, molte persone non hanno la possibilità di migliorare le proprie condizioni, faticando così, ad esempio, a reinserirsi nel mondo del lavoro e a vivere una quotidianità appagante”, commenta il dottor Roberto Ariagno, direttore dell’Officina Ortopedica Maria Adelaide.
