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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Attualità Carmagnola

Rifiuti radioattivi: sono due i siti in provincia di Torino candidati a ospitare il deposito nazionale

E sei in provincia di Alessandria

Sono due i siti in provincia di Torino che compaiono tra i 67 candidati a ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, sulla Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (Cnapi) appena pubblicata. Due aree individuate rispettivamente sul territorio di Carmagnola e tra i comuni di Caluso, Mazzè e Rondissone. Entrambe considerate, dalla classificazione in verde acceso sulla mappa, come "molto buone", quindi altamente probabili. Il Piemonte infatti - insieme a Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia - è una delle regioni più indicate allo scopo. Oltre alle due zone, che vanno a toccare quattro comuni, in provincia di Torino, ci sono anche le sei aree nell'Alessandrino, comprese fra Alessandria, Castelletto Monferrato, Quargnento, Fubine, Oviglio, Bosco Marengo, Frugarolo, Novi Ligure, Castelnuovo Bormida e Sezzadio. 

Un sito nazionale unico 

Dunque anche l'Italia, come la maggior parte dei paesi europei, si doterà di un sito nazionale unico dove mettere in sicurezza i propri rifiuti a bassa e media attività. La Cnapi ha dunque indivuduato le aree le cui caratteristiche soddisfano sia i criteri di localizzazione definiti da ISPRA (ISIN) nella Guida Tecnica n. 29​, che i requisiti indicati nelle Linee Guida IAEA (International Atomic Energy Agency). 

Secondo quanto riportato nella Guida Tecnica n. 29, “per ‘aree potenzialmente idonee’ si intendono le aree, anche vaste, che presentano caratteristiche favorevoli alla individuazione di siti in grado di risultare idonei alla localizzazione del deposito attraverso successive indagini tecniche specifiche e sulla base degli esiti di analisi di sicurezza condotte tenendo conto delle caratteristiche progettuali della struttura del deposito”. Sogin ha elaborato la proposta di Cnapi adottando, per l’analisi di una vastissima raccolta di dati territoriali, ​una procedura ​che ha consentito di applicare i criteri indicati nella Guida Tecnica n. 29 e così di escludere progressivamente le aree non potenzialmente idonee. 

Nei giorni scorsi era arrivato il nulla osta alla pubblicazione della Carta da parte dei ministeri Sviluppo economico e ambiente e ora si aprirà una fase di consultazione pubblica e di condivisione che durerà quattro mesi e che culminerà in un seminario nazionale. Tutti i soggetti interessati - Regioni, enti locali e i soggetti portatori di interesse qualificati - potranno partecipare, formulando osservazioni e proposte tecniche.

Deposito Nazionale e Parco Tecnologico

L'infrastruttura, che dovrebbe entrare in funzione secondo il cronoprogramma, dal 2025, comprende la costruzione del Deposito Nazionale e del Parco Tecnologico. Nel deposito, che secondo l'Unione Europea deve essere situato nello stato membro in cui i rifiuti sono stati generati, verrà messo in sicurezza il materiale radioattivo. La sua realizzazione consentirà di completare il decommissioning degli impianti nucleari italiani e di gestire tutti i rifiuti radioattivi, compresi quelli provenienti dalle attività di medicina nucleare, di ricerca e industriali. 

Oltre al deposito, sorgerà anche il Parco Tecnologico, ossia un centro di ricerca, aperto a collaborazioni internazionali, dove avranno luogo attività nel campo del decommissioning, della gestione dei rifiuti radioattivi e dello sviluppo sostenibile in accordo con il territorio interessato.

I comuni piemontesi si mobilitano

Non appena ricevuta la notizia della proposta di localizzazione dei siti nel Torinese per le scorie radioattive, il vicesindaco della Città metropolitana di Torino, Marco Marocco, ha convocato per oggi, martedì 5 gennaio, alle 15.30, un incontro con le amministrazioni coinvolte per esaminare la situazione. L’iniziativa è stata presa anche dai vertici della Provincia di Alessandria. 

E intanto Carmagnola dice no alla possibilità che il suo territorio possa accogliere i rifiuti nucleari del deposito nazionale: "La Città di Carmagnola non è stata informata preventivamente - ha tuonato il sindaco Ivana Gaveglio - e l’avviso pubblicato indica una proposta di Carta Nazionale di 67 aree potenzialmente idonee sulla base di valutazioni che non condividiamo assolutamente. Oggi pomeriggio è previsto un tavolo di confronto con la Città Metropolitana per la definizione di una strategia che blocchi questa assurda situazione. Siamo determinati - ha continuato - a dimostrare la non idoneità dell’area individuata e a proteggere il territorio carmagnolese e i suoi abitanti e facciamo appello a tutte le forze politiche, alle associazioni di categoria e a tutti i cittadini di affiancarci in questa battaglia".

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