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I maiali gestiscono i conflitti come gli umani: i risultati dello studio dell'Università di Torino

La ricerca evidenzia le molte le analogie tra i comportamenti delle due specie

Gli umani e i maiali sono molto simili nei comportamenti. Non è una battuta, ma il risultato di una ricerca dell'Università di Torino. Lo studio - pubblicato martedì 8 novembre sulla rivista "Animal Cognition" - evidenzia molte analogie tra le due specie. 

Lo studio è stato realizzato da Giada Cordoni e Ivan Norscia, docenti del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi (DBios) dell’Università di Torino, con il contributo di Edoardo Collarini, dottorando del corso di dottorato internazionale SustNet UniTo, Marta Comin, laureata magistrale in Evoluzione del Comportamento Animale e dell’Uomo del DBios, e Carlo Robino ed Elena Chierto, che hanno realizzato le analisi genetiche presso il Dipartimento di Scienze della sanità pubblica e pediatriche UniTo.

L'intervento di terzi può risolvere i conflitti

Lo studio, condotto presso l'allevamento etico Parva Domus di Cavagnolo, è stato fatto su un gruppo di 104 maiali adulti allevati allo stato semi-brado in un habitat di prato-bosco naturale. Attraverso una video-analisi di dettaglio e un rigoroso approccio quantitativo, che ha previsto l’estrazione di dati subito dopo un conflitto e in un periodo di controllo (metodo PC-MC), la ricerca ha dimostrato che, a seguito di un'aggressione, i maiali possono attuare diverse strategie comportamentali. I due "litiganti" possono riappacificarsi direttamente oppure un terzo individuo non coinvolto nel conflitto può intervenire interagendo con l'aggressore o l'aggredito. Le interazioni post-conflittuali considerate sono state: contatti naso-naso, naso-corpo e corpo-corpo. 

Gli autori hanno osservato che, dopo un’aggressione tra due maiali, la riconciliazione avviene più frequentemente se si tratta di "parenti alla lontana", come ad esempio cugini. Questo fenomeno denota una maggior necessità di riappacificazione tra individui che non condividono relazioni sociali strette e stabili. Diversi i meccanismi che si innescano quando interviene un soggetto terzo. Se, subito dopo un conflitto, un terzo individuo interagisce con l'aggredito (contatto non sollecitato) si assiste a una diminuzione dei comportamenti legati all'ansia in quest’ultimo (es. grattarsi, scuotere la testa). Se, al contrario, un terzo soggetto interagisce con l'aggressore, si assiste a una riduzione del numero delle aggressioni dirette dallo stesso verso gli altri membri del gruppo. 

Lo studio dimostra che l’intervento di terzi soggetti può avere funzioni differenti a seconda che tale intervento sia diretto verso l'aggressore o verso l'aggredito. In entrambi i casi, i maiali che traggono maggior beneficio dall’intervento sono i parenti stretti, che entrano maggiormente in contatto con i terzi soggetti.  

Convergenze interessanti

In conclusione, attraverso l’occhio dell’antropologia biologica e adottando metodologie investigative originariamente pensate per i primati, lo studio evidenzia possibili interessanti convergenze evolutive esistenti tra umani e maiali nei meccanismi comportamentali di gestione dei conflitti. Ciò potrebbe essere frutto di una convergenza evolutiva legata alle elevate capacità cognitive e alla spiccata socialità del maiale domestico e/o di una convergenza comportamentale e comunicativa del maiale con gli umani legata al processo di domesticazione.

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